«Centri antiviolenza, operino associazioni competenti sul tema»

Le Democratiche umbre partecipano al presidio di Narni. «Diritto all’aborto, donne costrette a fare i conti con l’oscurantismo delle destre»

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Le Democratiche umbre aderiscono al presidio promosso dalla RU2020-Rete Umbra – nella mattinata di sabato 20 aprile in piazza dei Priori a Narni – «per l’autodeterminazione a difesa di una gestione dei centri antiviolenza da parte di associazioni laiche femminili e femministe, le uniche che possono garantire una cultura dell’autonomia e della libertà delle donne nei percorsi di accompagnamento alla fuoriuscita dalla violenza di genere».

«È del tutto evidente – afferma una nota delle Democratiche umbre – come la scelta delle amministrazioni comunali di promuovere bandi che non si fondano sulla valorizzazione delle competenze e delle esperienze proprie di una cultura di genere, ma sulle disponibilità economiche delle associazioni candidate e su generiche esperienze in ambito sociale, equivale a non riconoscere il valore prioritario della specializzazione delle associazioni femminili che, nel corso degli anni, sono state protagoniste della stessa nascita dei centri antiviolenza nella nostra regione. Anche nel caso del Comune di Narni, giustamente promotore di un percorso propedeutico di co-progettazione, la scelta del bando non ha garantito che i principi della Convenzione di Istanbul trovassero applicazione. Deve essere quindi rivalutato lo strumento amministrativo».

«I centri antiviolenza – proseguono – sono luoghi di donne che accolgono donne che subiscono violenza da parte degli uomini e non si può prescindere da questo. La gestione è stata invece affidata ad associazioni, cattoliche e non che, pur egregiamente impegnate in molti ambiti dello svantaggio sociale, non hanno una storia, una formazione, una competenza e una mission specifica su una cultura di genere per gestire i centri antiviolenza. La legge regionale 14 del 25 novembre 2016 ha previsto espressamente che i servizi antiviolenza siano gestiti da associazioni ed organizzazioni di donne con la finalità di contrastare la violenza degli uomini contro le donne. La Convenzione di Istanbul fa richiamo, infatti, all’esperienza e alla competenza dei soggetti femminili per la fuoriuscita dalla violenza ‘riconoscendo la natura strutturale della violenza contro le donne, in quanto basata sul genere, e riconoscendo altresì che la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini’».

«Con una gestione affidata ad associazioni operanti genericamente in ambito sociale – proseguono le Democratiche umbre – si cancella la specifica peculiarità di genere della violenza contro le donne, universalmente riconosciuta tranne che dalle nostre parti. Il tutto rientra in un particolare momento storico e politico in cui il governo e le forze della destra stanno decidendo di restringere i diritti delle donne. Il tentativo di far entrare le associazioni antiabortiste dentro gli stessi consultori è una misura di natura puramente ideologica, come dimostra la bocciatura arrivata da Bruxelles su questo improprio utilizzo dei fondi Pnrr e che ha il solo scopo di mettere in difficoltà le donne che, trovandosi nella condizione di scegliere un’interruzione di gravidanza, devono fronteggiare l’oscurantismo e l’atteggiamento persecutorio e di colpevolizzazione da parte delle associazioni antiabortiste. Nello stesso tempo i consultori sono ridotti al minimo, in città come Terni esiste un unico consultorio in cui la presenza del ginecologo non è neanche garantita con continuità».

«Diritti e salute delle donne – conclude la nota – non interessano né questo governo né le forze della destra umbra». Per questo le componenti umbre dell’assemblea nazionale delle Democratiche – Simona Meloni, Morena Bigini, Rita Zampolini e Sonia Berrettini, oltre a Francesca Malafoglia della segreteria regionale del Partito Democratico – hanno promosso per il prossimo 9 maggio a Perugia un incontro con la portavoce nazionale Roberta Mori, a cui parteciperanno tra le altre l’europarlamentare Camilla Laureti, la capogruppo in Regione Simona Meloni. È previsto il saluto della candidata del centrosinistra a sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, con tutti gli eletti nelle amministrazioni locali del Pd Umbria, aperto alla partecipazione delle associazioni.

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