Ingannato e pestato a sangue per vendetta dopo la lite al bowling: tre arresti a Spoleto

Vittima dei fatti accaduti fra il 27 e il 28 aprile scorsi è un giovane spoletino. Indagine della polizia di Stato

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Tre persoe sono state arrestate dalla polizia di Stato di Spoleto a seguito delle indagini sviluppate con il coordinamento della procura dopo i gravi fatti avvenuti nella città dei Due Mondi fra il 27 e 28 aprile scorsi, ovvero il pestaggio e sequestro di un giovane spoletino. I tre sono stati arrestati su ordine del gip di Spoleto e tutti tradotti in carcere: sono accusati di tentato omicidio. I dettagli dell’indagine sono stati diffusi in una conferenza stampa che si è tenuta lunedì mattina presso la procura della Repubblica di Spoleto, alla presenza del procuratore Claudio Cicchella, del questore di Perugia Fausto Lamparelli, della dirigente della squadra Mobile di Perugia Maria Assunta Ghizzoni e della dirigente del commissariato di pubblica sicurezza di Spoleto, Antonella Fuga Paglialunga.

Sui fatti e la conseguente indagine sfociata nei tre arrest, polizia di Stato e procura di Spoleto hanno diffuso una nota: «A conclusione di una complessa attività di polizia giudiziaria, coordinata dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Spoleto, la polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Spoleto, nei confronti di tre cittadini italiani, tutti classe 2003, ritenuti responsabili a vario titolo di tentato omicidio in concorso nei confronti di un giovane spoletino. I fatti reato, oggetto del provvedimento cautelare sono stati consumati a Spoleto lo scorso 28 aprile e sono stati la conseguenza di una lite nata per futili motivi tra due gruppi di giovani presenti all’interno del bowling».

«In seguito alla lite, alla quale hanno preso parte diversi giovani appartenenti alle opposte fazioni, uno di essi ha subito alcune lesioni conseguenza di un colpo con una bottiglia di vetro. Successivamente ai fatti, quando entrambi i gruppi si sono allontanati dall’esercizio commerciale, la vittima è stata contattata telefonicamente da uno degli aggressori che, evidentemente simulando un incontro chiarificatore, gli ha dato appuntamento presso i giardini situati in via Arpago Ricci, nei pressi di un istituto scolastico».

«Il giovane, giunto sul posto, è stato avvicinato dai tre indagati, giunti a bordo di un’autovettura. Mentre uno dei tre svolgeva il ruolo di ‘palo’, per controllare che nessuno si avvicinasse o avvisasse le forze dell’ordine, gli altri due hanno aggredito il giovane. Uno degli aggressori, armato con una spranga in metallo, ha colpito più volte la vittima alla testa, infierendo anche con calci al corpo. Poi, non paghi, uno dei tre giovani aggressori ha minacciato la vittima con una pistola e l’ha costretta a salire sull’autovettura con cui hanno raggiunto un altro luogo, allo stato sconosciuto».

«Nel corso del tragitto in macchina la vittima, già ferita al capo e sanguinante, è stata ripresa con il telefonino in uso ad uno dei tre indagati. Giunti in altro luogo i tre soggetti hanno continuato il pestaggio: la vittima è stata nuovamente aggredita e colpita anche con il calcio della pistola al petto. Successivamente, all’esito del violento pestaggio, la vittima è stata fatta risalire a bordo dell’auto e trasportata nei pressi del locale nosocomio dove è stata lasciata. Gli aggressori, senza fermarsi né sincerarsi che la stessa fosse stata presa in carico dai sanitari, si sono allontanati».

«Si è trattato – spegano polizia e procura – di una vera e propria spedizione punitiva, come vendetta per quanto accaduto al bowling precedentemente. La vittima, infatti, è stata tratta in inganno dagli indagati, pensando di partecipare ad un incontro chiarificatore, poi trasformatosi in una violenta aggressione fisica. A seguito del violento pestaggio la vittima ha riportato diverse e gravi lesioni. Come evidenziato nella consulenza medico legale disposta dalla procura, l’aggressione violenta avrebbe potuto determinare anche la morte della persona offesa».

«Gli articolati approfondimenti investigativi delegati dall’autorità giudiziaria e svolti dal personale della squadra Mobile di Perugia e dal personale del commissariato di pubblica sicurezza di Spoleto, attraverso la visione delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza, l’analisi dei tabulati telefonici e le intercettazioni telefoniche, hanno consentito di ricostruire nel dettaglio i fatti accaduti e di identificare gli autori delle violenze. All’esito dell’analisi dei dati investigativi raccolti, la procura della Repubblica, ricostruita l’intera vicenda nel dettaglio ed i ruoli degli indagati, ha richiesto per tutti l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere».

«Il gip del tribunale di Spoleto, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati e le esigenze cautelari, valutata la pericolosità dei soggetti e ritenuto alto il rischio di inquinamento probatorio e di reiterazione di reati della stessa indole, ha disposto per tutti la misura della custodia cautelare in carcere. Il personale della squadra Mobile e del commissariato di Spoleto, in esecuzione del provvedimento del gip hanno rintracciato i tre giovani che sono stati arrestati e contestualmente sottoposti a perquisizioni personali e domiciliari, all’esito delle quali sono stati rinvenuti e sequestrati un proiettile da revolver calibro 38 special ed una pistola scacciacani che saranno oggetto di successivi accertamenti. Al termine delle operazioni il personale di polizia giudiziaria ha tradotto gli indagati presso la casa di reclusione di Spoleto».

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