Sanità: 11,5 milioni di euro per contenere le liste di attesa

La suddivisione territoriale e il cronoprogramma. Il piano fa seguito a quello straordinario varato per abbattere le giacenze al 2023. Tutti i dettagli

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di Giovanni Cardarello

Stavolta si fa sul serio. O almeno cosi sembra. Parliamo dell’annosa questione delle liste di attesa per l’erogazione delle prestazioni sanitarie della Regione Umbria. Liste di attesa che, dopo la corposa sforbiciata arrivata con il Piano Straordinario, quello che ha abbattuto le 80.000 prestazioni in giacenza al maggio 2023, verranno ulteriormente ridotte grazie al nuovo piano varato nella giornata di oggi, mercoledì 24 aprile, dalla giunta regionale presieduta da Donatella Tesei. Il nuovo piano ha come oggetto il recupero e il contenimento delle liste di attesa generate da giugno 2023 ad oggi. Con particolare attenzione a quelle relative ai percorsi di tutela. Liste di attesa che al momento riguardano circa 55.000 unità, una cifra quasi dimezzata rispetto al pregresso, ma che la Giunta Tesei vuole abbattere ulteriormente. Un piano corposo sia in termini numeri che di gestione del cronoprogramma. Vediamolo i dettagli.

Partiamo dalle cifre. La giunta regionale dell’Umbria ha deliberato la messa a disposizione di 11,5 milioni di euro. I fondi messi a disposizione sono frutto di un’azione di ricognizione e di maggiori economie e, secondo le informazioni a disposizione di umbriaOn, potrebbe a breve contare su altri fondi di provenienza governativa. Ma in attesa di questi si agisce sull’esistente e, come accennato, non sono cifre banali. Come detto 11,5 di cui 7,3 saranno direttamente appannaggio delle Aziende Ospedaliere delle Usl.

Nello specifico 1,5 milioni di euro a teste per l’azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia e dell’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni. Sarà invece di 2,151 milioni di euro per ciascuna la dotazione delle due Usl regionali. Il resto della cifra sarà utilizzato per le prestazioni aggiuntive orarie del personale medico pubblico, 2,98 milioni di euro e per le prestazioni aggiuntive del personale non medico del comparto sanitario pubblico, 1,3 milioni di euro.

Molto corposo e stringente anche il cronoprogramma di azione. Cronoprogramma che prevede entro il 6 maggio un’ulteriore ricognizione numerica delle prestazioni da aggredire per tipologia e priorità. Questo al fine di avere un quadro quanto mai attuale della situazione. In base ai dati raccolti, entro la settimana successiva, ovvero il 13 maggio, verrà programmato lo smaltimento delle liste dal punto di vista operativo.

Il giorno successivo, il 14 maggio, è prevista una riunione operativa per la verifica del Piano stesso e per determinare le tempistiche di concretizzare del recupero delle prestazioni pregresse e la gestione delle nuove. La volontà politica è quella di arrivare entro l’estate ad un numero accettabile di prestazioni pregresse. Le cifre non sono state indicate formalmente ma è ipotizzabile che l’obiettivo sia quello almeno di dimezzarle.

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