Terni, incremento Taric: ecco le tariffe 2024 per utenze domestiche e non

Lunedì il confronto a palazzo Spada per l’approvazione: «Spesa varia di pochi euro». Convocati anche Buonfiglio (Asm) e Rossi (Auri) in III commissione

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di S.F.

Il quadro sinottico per il Ternano

Maxi delibera per l’approvazione delle tariffe Taric (di mezzo c’è anche un altro atto per due articoli del regolamento comunale modificati) a Terni, ci siamo. Fine aprile è dietro l’angolo e lunedì è il giorno del confronto – di norma abbastanza acceso sul tema – in III commissione dalle 8.15 e poi in consiglio comunale dalle 10: dopo il via libera di Auri in merito all’incremento del Pef 2024 per un +2,39% rispetto al 2023, ora sono noti tutti gli aumenti per le utenze domestiche e non. Il piano economico-finanziario al loro delle detrazioni vale 23,7 milioni di euro, la maggior parte dei quali per i costi variabili (13,6 milioni) ed i restanti per quelli fissi (poco più di 10 milioni). Ai cittadini tuttavia interessa ben altro.

LA VARIAZIONE TARIFFARIA DEL PEF 2024: +2,39

Le riduzioni tariffarie 2024

Le riduzioni tariffarie, cascata e ripartizione

In primis ci sono due dati di cui tener conto: le riduzioni tariffarie per le utenze disagiate valgono uno stanziamento per un importo massimo da 250 mila euro – lo prevede il regolamento comunale – e gran parte riguardano le famiglie con reddito minimo (80% per una cifra di 200 mila euro). Poi le persone con disabilità (11%, 28 mila euro) e i nuclei numerosi (9%, 21 mila euro). Poi i 100 mila euro per il servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti per le aree della cascata delle Marmore (belvedere inferiore e superiore) a copertura degli extra costi per il flusso turistico. Per quel che concerne la ripartizione dei costi la situazione non muta: per i fissi c’è il 37,50% per le domestiche e 62,50% per le non domestiche, per quelli variabili il 57% è a carico delle utenze domestiche. A Terni – una stima per ora – la raccolta differenziata 2023 è del 77,5%.  Bene, ma in soldoni cosa comporta?

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Le tariffe 2024 per le utenze domestiche

La copertura e il contenimento

Palazzo Spada ha approvato le tariffe Taric elaborate dal gestore (Rti con Asm-Cns), calcolate come di consueto in base al piano economico-finanziario con criteri stabiliti dal regolamento comunale del 2020 (poi modificato più volte). «Il totale dei costi fissi da coprire con le tariffe quota fissa e quota variabile base sarebbe pari a 25,4 milioni di euro», si legge nel documento per la simulazione tariffaria inviata da Asm al Comune con firma dell’amministratrice delegata Tiziana Buonfiglio e del soggetto responsabile della tariffa Alessandro Catalani. Cifra che scende perché ci sono una serie di detrazioni per i 100 mila euro della cascata, 659 mila euro a carico delle sole utenze che hanno superato i conferimenti minimi per una raccolta non accurata e 676 mila euro come stima di recupero dell’evasione totale o parziale per superfici inferiori. Dunque il totale definitivo è di 24 milioni: «È possibile verificare – spiegano sempre Buonfiglio e Catalani – come, rispetto al 2023, applicando le tariffe Qf (fissa) e Qvb (variabile) la spesa annua varia al massimo di 7 euro». Per le non domestiche si parla invece di 8 euro in relazione ad un’utenza tipo con contenitore per l’indifferenziato da 40 litri e superficie da 120 mq. Il ragionamento? «La simulazione rappresentata, fra i possibili scenari considerati, privilegia – come condiviso – il contenimento della spesa per le utenze domestiche». In ogni caso a carico delle utenze la tariffa bollettata non andrà oltre la cifra approvata in sede Auri (23,7 milioni). Si arriva al dunque.

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Le tariffe 2024 per le utenze non domestiche

Le tariffe ed i crediti inesigibili

Nello schema si può notare come l’incremento per le utenze domestiche sia al massimo del 1,9% per i nuclei familiari con sei o più persone (434 in tutto). Per il resto c’è un +0,1% per chi vive da solo (16.659 utenze) e man mano incrementi molto contenuti per i restanti casi. Più corposo giocoforza l’aumento per le non domestiche: la quota fissa è per tutti del +0,6% rispetto al 2023, quella variabile registra un +4,7%. «L’aggiornamento del Pef (2024-2025) approvato da Auri – si legge nella relazione del dirigente all’ambiente Paolo Grigioni – mostra una contenuta crescita del totale delle entrate tariffarie (pari al 2,39%), inferiore al tasso di inflazione programmata e molto al di sotto del limite di crescita tariffario (2,7%). L’incremento registrato risulta ampiamente al di sotto dell’incremento medio registrato a livello di sub ambito. Ulteriori margini di miglioramento dell’efficienza del servizio consentirebbero di raggiungere, nelle prossime annualità, riduzioni del totale tariffario; già nel 2025 è prevista una riduzione da Pef del 0,1%». C’è un passaggio rilevante nel lungo documento istruttorio generale: «Nei Pef futuri Asm Terni SpA dovrà recuperare i crediti che diverranno inesigibili a seguito della infruttuosità delle azioni di recupero. Ad oggi i crediti iscritti nel bilancio della società, relativi alla pregressa gestione del tributo sono pari ad euro 14.961.858, a cui si aggiungono 2 milioni relativi agli anni 2019 e 2020 che non sono stati ancora recuperati nella concomitante istanza di riequilibrio della gestione; di questi crediti una parte pari ad euro 4.701.631 sono già divenuti inesigibili». Ci sono poi le misure di miglioramento.

APRILE 2022: «TARIC? LO SCOPO NON È FAR RISPARMIARE»

L’Ad Buonfiglio

La sensibilizzazione e l’evasione Tari

Focus anche sulle linee strategiche da sviluppare: «Incremento della raccolta differenziata – scrive sempre Grigioni – con azioni da condurre anche in specifici settori di intervento (es. estensione nelle aree pubbliche, nelle aree cimiteriali, nei parchi e nei siti turistici); miglioramento della qualità delle frazioni di rifiuti differenziati, già alla produzione da parte dell’utenza, sia domestica che non domestica, attraverso campagne mirate di sensibilizzazione dell’utenza; contrasto al fenomeno degli abbandoni, la cui gestione incide ad incremento dei costi operativi del gestore e dei costi per lo smaltimento dei rifiuti, generalmente indifferenziati e contrasto all’evasione Tari e potenziamento del sistema di recupero crediti, anche al fine di contenere le quote di crediti inesigibili che incidono ad incremento del Pef». Firmano l’assessore al bilancio Michela Bordoni e il dirigente della direzione ufficio unico delle entrate comunali Claudio Carbone, mentre la responsabile del procedimento è la posizione di elevata qualificazione Giulia Scosta.

Il dg Carbone con Filipponi

Confronto in arrivo, convocati Buonfiglio e Rossi

Chi si fa avanti in anticipo sul tema è il capogruppo del Pd Francesco Filipponi: «In una delle prossime sedute di consiglio comunale discuteremo del piano economico e finanziario relativo alla Taric 2024, in attesa dei relativi avvisi di pagamento ai cittadini. Ed è purtroppo facile constatare sulla base della delibera dell’Auri, un aumento medio sugli avvisi 2023 ovvero una variazione tariffaria del +2,39%. Se si raffronta l’importo del 2024 con la Tari del 2018 di Terni, ovvero quella vigente con l’amministrazione di centrosinistra, si arriva ad aumenti in sei anni che sfiorano il 40%. Con la vigenza – il ricordo – della stessa gara d’ambito il centrosinistra riuscì ad abbassare l’allora Tari per l’anno 2018 del 6%. Lo stesso centrosinistra ha infatti creduto sempre dopo averla introdotta, nella bontà della raccolta differenziata porta a porta. Grazie alle economie dovute alla raccolta differenziata che a Terni aveva già raggiunto nel 2018 il 75%, le utenze domestiche, rispetto al 2017, pagarono il 6,66% in meno, quelle non domestiche il 6,40%. La riduzione fu possibile per un risparmio di 2 milioni 826 mila sui costi del servizio di raccolta, trasporto e conferimento dei rifiuti urbani, effettuato da Asm. La tariffa puntuale dappertutto ha lo scopo di premiare con ribassi i comportamenti virtuosi grazie alla minore produzione di rifiuti ed alle risorse prodotte dal riciclo di materia prima seconda che abbattono le tariffe, a Terni gli aumenti colpiscono anche chi non arriva al numero minimo di conferimenti di indifferenziato. Nulla hanno prodotto sul piano del contenimento delle spese le modifiche introdotte dalla modifica del centrodestra al regolamento per la gestione dei rifiuti urbani nel Comune di Terni approvato con dcc 67/2020, rispetto all’applicazione degli aggiornamenti normativi e all’armonizzazione con il regolamento Taric approvato con dcc 296/2020 e modifiche (proposta del 16 dicembre 2022). È chiaro – conclude il 37enne – che il meccanismo è ingiusto e non premia chi differenzia. In sede di consiglio comunale faremo le nostre valutazioni e avanzeremo proposte a tutela dei cittadini». Se ne parlerà in aula. Convocati in III commissione lunedì alle 8.15 per parlarne anche la Buonfiglio stessa e il direttore di Auri Giuseppe Rossi.

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