Sì, si tratterebbe di un prestito da rimborsare entro il 31 dicembre del 2019. Sì, il bilancio stabilmente riequilibrato approvato dal Comune di Terni deve ancora passare al vaglio della commissione ministeriale il prossimo 26 febbraio. Ma la firma del ministro dell’Interno Matteo Salvini – il decreto che darebbe il via libera a quello stesso bilancio – potrebbe essere decisiva nel contesto dell’idea venuta in mente all’amministrazione comunale, in particolare all’assessore al bilancio Fabrizio Dominici, per ottenere dallo Stato un prestito di quasi 10 milioni di euro con cui saldare una buon parte dei debiti contratti, prima del dissesto delle casse comunali, con decine e decine di imprese del territorio. Realtà che oggi attendono ancora di essere pagate e per le quali proprio quel prestito potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno decisiva. Ma andiamo con ordine.
Prestito da 9,7 milioni
La legge finanziaria del 2018 prevede la possibilità , per gli enti locali, di chiedere anticipazioni dalla Cassa Depositi e Prestiti in relazione a determinati parametri economico finanziari. Per il Comune di Terni la cifra – da restituire entro fine anno con l’applicazione di un tasso di interesse dello 0,3% – ammonterebbe a 9,7 milioni di euro. Ma ci sono diversi ‘ma’.
L’iter
Intanto la norma vieta agli enti locali in dissesto di accedere all’anticipazione, a meno che non sia stato definitivamente approvato il bilancio stabilmente riequilibrato. A Terni il passaggio è stato compiuto ma manca ancora il ‘via libera’ della commissione ministeriale – che ad istruttoria ormai conclusa, osservazioni e integrazioni comprese, lo valuterà il prossimo 26 febbraio – e del ministro dell’Interno, proprio di recente in visita a Terni.
La ‘road map’
Quest’ultimo, perché Terni possa accedere al prestito, dovrebbe firmare il decreto entro e non oltre il 28 febbraio, termine ultimo stabilito per chiedere l’anticipazione alla Cdp. Nel frattempo la proposta dell’assessore Dominici transiterà in giunta mercoledì. Non un percorso semplicissimo, con l’aria che tira, ma neppure impossibile. Certo, ogni tassello dovrebbe finire celermente al proprio posto ma la ‘road map’ è stata già tracciata. E quei soldi – sì da restituire – potrebbero far comodo, parecchio.