Si è parlato di figli. Il primo incontro con Massimiliano Burelli, il nuovo amministratore delegato di ThyssenKrupp Ast, stando almeno ai racconti che fanno i sindacalisti ternani, è stato soft, molto soft. Una roba così, per conoscersi. La famiglia, le rispettive aspirazioni e poco altro.

Le aspettative Chi pensava – ma lo pensavano in pochi, se lo pensavano – di trovarsi di fronte la versione maschile di Lucia Morselli, forse è rimasto deluso. Ma c’è tempo. Lui, Burelli, ha infatti detto – avrebbe detto, perché una versione ufficiale non c’è, in quanto ThyssenKrupp Ast ci ha abituato a farci gli affari nostri e non manda certo in giro comunicati ufficiali – anche altre cose: tipo che ci sarà bisogno di mettere mano ad una nuova organizzazione dei vertici aziendali – «chi non è adeguato va via», avrebbe detto (il condizionale è sempre connesso ai racconti) – e forse non è un caso che, si dice in viale Brin, la ‘comitiva’ che accompagnerà Joachim Limberg nella visita in programma al polo ternano, sarà piuttosto corposa.

La visita E forse è proprio per fare bella figura con il gran capo che, pare di capire, le acciaierie ternane si stanno tirando a lucido: tanto che le Rsu della Uilm fanno sapere di ritenere «assolutamente apprezzabile l’impegno che la direzione aziendale sta esprimendo in queste ore, nelle diverse aree, in merito a pulizie industriali, ordine e diciamo cosi decoro degli ambienti di lavoro. Lo riteniamo condivisibile al punto da considerarlo un aspetto che può, anzi deve, dal nostro punto di vista, trovare continuità e ripetitività , come crediamo che debba superare ambiziosamente gli attuali limiti ed in modo organizzato espandersi dalle attuali vie di passaggio ai vari pulpiti, box e zone di lavoro, fino a spogliatoi e bagni per i lavoratori. Le Rsu Uilm di Ast auspicano che tale cospicuo impegno, come avvenuto più volte in passato, non rappresenti sostanzialmente un solo semplice comitato di benvenuto per il nuovo amministratore delegato, ma diventi un valore da condividere insieme ai lavoratori e da perseguire, al fine di rendere la nostra azienda, nelle volontà e nei fatti, migliore e maggiormente qualificata».

Harsco Ilserv Nel frattempo, però, ci sono altri lavoratori per i quali i timori aumentano: sono quelli della Harsco Ilserv – un incontro era in programma venerdì mattina in Confindustria, ma è stato rimandato – per i quali si devono prendere decisioni importanti, in vista del passaggio – dal 1° ottobre – della gestione del parco rottami della ThysseKrupp Ast, alla Gap, che assicurerà il lavoro a 50 persone, mentre al momento, Harsco Ilserv si avvale di 61 addetti diretti, più una decina indiretti, per lo svolgimento delle operazioni in quel nevralgico settore dello stabilimento ternano. In ballo c’è la cassa integrazione e, anche, una possibile procedura di mobilità .