L’invito, da subito, era apparso ‘strano’. L’assessore Cristhia Falchetti Ballerani, con un giro di telefonate aveva i giornalisti per «una conferenza stampa nel mio studio professionale (lei di mestiere fa l’avvocato; ndr) a mezzogiorno».
La delibera Uno fa qualche ragionamento e se è vero che tre coincidenze fanno un indizio, la motivazione potrebbe essere bella e spiegata: si dimette. Lascia la giunta comunale e apre di nuovo una ‘crisi’ che solo da poco era stata data per superata dal sindaco Di Girolamo con il taglio di altri quattro assessori.
CHRISTIA FALCHETTI BALLERANI UFFICIALIZZA LE DIMISSIONI – IL VIDEO
L’annuncio Ballerani ha voluto mettere in chiaro un bel po’ di cosette: «A mio modo di vedere – ha spiegato – il sindaco ha voluto liquidare l’esperienza politica avviata nel 2014 e in questa nuova lettura del programma di governo io non mi riconosco. Il cambio di strategia non mi convince soprattutto perchĂ©, rispetto a quando fui chiamata, mi sono state assegnate delle deleghe (nell’ultimo rimpasto le erano stati assegnati gli affari generali, i servizi demografici e statistici, la semplificazione amministrativa, l’innovazione p.a., l’Ict, la Smart City, la cultura e servizi culturali, Agenda urbana, CittĂ del cinema, commercio, l’artigianato, il marketing territoriale, le fiere; ndr) che poco hanno a che fare con la mia esperienza professionale, che poi era quella che avevo accettato di mettere a disposizione».
La politica Decisa, poi, nel negare che la sua scelta sia stata ‘consigliata’ da qualcuno: «Non sono e non sono mai stata eterodiretta – ha scandito Falchetti Ballerani – e men che meno stavolta. La mia non è una scelta sfascista e non si deve prestare a speculazioni di alcun genere. Io credo che la differenza tra un buon e un cattivo assessore non la faccia la tessera di un partito e, quindi, resto fermamente convinta della scelta fatta, tempo fa, di prendere la tessera del Partito Democratico e intendo restare al suo interno, partecipando attivamente alla realizzazione dei progetti. Io, comunque, sono orgogliosa di essere, anche questa volta, rimasta fedele a me stessa». Se si tratti di una promessa o di una minaccia, lo vedremo.
La giunta Ora, perĂ², Leopoldo Di Girolamo deve mettere mano, e in fretta, alla sua sostituzione: lo statuto non gli permette di governare con meno di cinque assessori e, quindi, dovrĂ sbrigarsi – pena il blocco delle attivitĂ di giunta – a trovare una donna a cui affidare il ruolo di assessore. Con una probabile nuova ridistribuzione delle deleghe appena affidate. Anche da questa scelta si potrĂ capire quale direzione definitiva intende prendere il sindaco.
Di Girolamo Il sindaco, perĂ², pare non scomporsi piĂ¹ di tanto: «Ho momentaneamente assunto le deleghe lasciate da Cristihia Falchetti Ballerani. Si tratta comunque – spiega – di una soluzione temporanea. Nei prossimi giorni nominerĂ² un nuovo assessore e vedremo una assegnazione delle deleghe in base a competenze e attivitĂ da svolgere. In queste ore l’amministrazione comunale è molto concentrata sulle numerose e vitali questioni amministrative aperte: stiamo lavorando anche oggi sul Piano di riequilibrio finanziario, sull’Area di crisi complessa, una opportunitĂ storica per questo territorio, il Patto di sviluppo territoriale con la Regione. Strumenti concreti per dare un futuro di qualitĂ alla nostra cittĂ . Il lavoro va avanti su tutti i fronti, compreso quelle delle opere pubbliche: domani sera ci sarĂ l’illuminazione della nuova passerella che attraversa la stazione ferroviaria, un’opera che intendiamo mettere a disposizione della cittĂ dal mese di novembre. Colgo l’occasione per ringraziare di cuore l’assessore Falchetti Ballerani per l’ottimo lavoro portato avanti in questi due anni, con risultati importanti raggiunti, in particolare sul fronte del riordino della macchina amministrativa, operazione indispensabile per assicurare alla cittĂ una pubblica amministrazione comunale efficiente».
Sinistra Italiana «Ma come – chiede ironicamente Sinistra Italiana – non era stato tutto risolto? Il sindaco non diceva che ora il Comune era in grado di cambiare passo? La situazione del Comune di terni, al contrario, con le dimissioni dell‘assessore Ballerani è ormai arrivata al limite del ridicolo. Se infatti appena una settimana fa il sindaco ha provato nascondere le difficoltĂ in cui versa dietro la mossa ad effetto della defenestrazione di quattro assessori (tecnici) adesso il Re è nudo. E’ evidente la debolezza dell’azione messa in campo dal sindaco per affrontare i gravi problemi della cittĂ : chiusi nel Palazzo senza costruire un piano strategico confrontandosi con la cittĂ , con una grave perdita di autonomia territoriale da parte di Terni e decidendo solo in base alle convenienze dello scontro interno al PD. E anche da questo punto di vista è evidente che si è fallito. Al di la delle motivazioni formali che dall’assessore dimissionaria è evidente infatti che queste sono frutte di guerra interna ha ormai superato i livelli di guardia. Guerra di posizione e non certo un sano confronto di idee. Ribadiamo quindi di fronte a tutto ciĂ² che Sinistra Italiana si impegnerĂ a ricostruire un progetto di sviluppo della cittĂ che veda coinvolti tutti i cittadini».
Forza Italia Il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Francesco Ferranti è lapidario: «Nel modo piĂ¹ assoluto non credo che l’assessore Ballerani abbia maturato questa scelta in autonomia, il suo gesto evidenzia quello che io e il gruppo di FI sosteniamo da tempo. La città è vittima della guerra tra bande e correnti del PD umbro e invece di pensare a governare un territorio in crisi si scannano per una bassa lotta di potere e poltrone». Mentre il presidente del gruppo di FI in Regione, Raffaele nevi, si affida a Facebook: «Altro giro altra corsa! La Giunta Di Girolamo è da oggi paralizzata in virtĂ¹ delle dimissioni dell’assessore Ballerani che sancisce il fallimento del rimpasto partitocratico fatto dal sindaco. E ora? Segua il mio consiglio sindaco: si dimetta se ha ancora un briciolo di amore per la sua cittĂ e ci eviti altre bugie sulla soliditĂ della maggioranza». Il coordinamento comunale del partito parla di «sincero sdegno per la contingenza indecorosa venutasi a creare a causa dell’attuale amministrazione. La cittĂ di Terni non merita davvero di vedere il suo nome associato a questa gestione dilettantesca ed irresponsabile da parte della giunta di Di Girolamo. Un minimo sindacale di dignitĂ , a fronte di una situazione contraddistinta da divisioni, paralisi, ripicche, lotte tra bande e partiti di maggioranza allo sbando, dovrebbe spingere all’unico gesto politicamente e moralmente accettabile: ovvero un semplice ma assai doveroso passo indietro del sindaco. Quello che lor signori continuano a perpetrare invece è un vero e proprio accanimento terapeutico su un corpo, nostro malgrado, ormai sfibrato ed esangue. Ripetita iuvant: qui la soluzione migliore rimane una e una soltanto e puĂ² essere sintetizzata con un’unica parola: urne».
Rifondazione Comunista Secondo Lorenzo Carletti, segretario del Prc, «le motivazioni addotte dall’ormai ex assessore non nascondono affatto lo scontro politico che attraversa la giunta e la maggioranza di palazzo Spada. Come sempre a pagarne il prezzo sarĂ la cittĂ : non a caso anche l’ultimo assessore tecnico rimasto ha sottolineato il mancato rispetto degli impegni programmatici espressi ed il pressappochismo con cui deleghe ed obbiettivi amministrativi sono stati redistribuiti dal sindaco nella settimana appena conclusa. Una operazione, quella del sindaco, che a distanza di poche ore dal varo certifica la propria inconsistenza: una giunta in pieno disfacimento che si contraddistingue per un monocolore PD inteso a ricercare un equilibrio tra le faide interne al partito di maggioranza ma estraneo alle prerogative e le emergenze di una cittĂ sfibrata dalle politiche antipopolari sin qui praticate. Il Prc di Terni rilancia l’appello per la costruzione del piĂ¹ ampio fronte sociale e politico, che mobiliti le migliori risorse per costruire una alternativa di qualitĂ a questa pallida maggioranza politica, un cambiamento al ‘paludismo amministrativo e progettuale’ del Partito Democratico».
I love Terni Enrico Melasecche dice che «uno dei cinque superassessori politici di questa giunta blindatissima se ne va, pochi giorni dopo la conferenza stampa del sindaco che tentava di coprire, con la solita faccia per tutte le occasioni, una situazione talmente drammatica che ricorda forse quella del ’93 che aprì porte e finestre alla primavera liberal-democratica di Ciaurro. Non è bastata la conferenza stampa di ieri sulla manciata di milioni che fra qualche anno potrebbero venire a Terni, probabilmente per gli amici degli amici del sindaco che, non per nulla, ha tenuto stretta, strettissima, fra una ricetta di aspirine ed una di antibiotici, la delega allo sviluppo economico. Per decenza deve solo dimettersi alla svelta per consentire ad un prefetto indicato dal governo di fare quattro conti e tirar fuori quei debiti che ha lui fin qui creato e nascosto ma soprattutto per consentire ai ternani, in primavera, di scegliere chi li governerĂ nei prossimi cinque anni di non facile ricostruzione. Tronca prendeva giĂ le misure sotto palazzo Spada pochi giorni fa, vatti a fidare degli amici di partito».
M5S «Mentre la giunta comunale – il commento del gruppo consiliare ‘grillino’ – si ‘SBrega’ e inesorabilmente perde un pezzo fondamentale, di fatto palesando l’illegittimitĂ della stessa rispetto a quanto affermato nello statuto comunale (art.42 comma 2), Sindaco e assessore al Bilancio continuano la propria azione di accanimento contro la cittĂ . Il M5S diffida pertanto la Giunta a disporre ulteriori atti finchĂ© non venga ripristinato il numero legale degli assessori indicato nello Statuto comunale. La cittĂ ha oramai perso la sua guida. Molte altre cose stanno venendo a galla, il M5S è giĂ all’opera tramite i propri staff legali che stanno rilevando ulteriori criticitĂ non ancora emerse e che potrebbero appesantire le posizioni di chi si troverĂ a dover sostenere l’adeguatezza delle azioni che questa giunta ha deciso di intraprendere. Le parole rassicuranti dell’assesore Piacenti D’Ubaldi rispetto al debito non riescono a convincere e tranquillizzare neanche i membri della sua stessa Giunta e della sua stessa maggioranza. Premettiamo fin da ora che faremo il possibile affinchĂ© chi ha gestito il potere – quello vero – in cittĂ ininterrottamente negli ultimi 17 anni, adesso che i nodi stanno rapidamente venendo al pettine, non riesca a buttare la croce addosso ad altri. Si chiama principio di responsabilitĂ : chi ha il potere ne sopporta anche gli oneri. Fare buchi e poi chiamare il “serrate i ranghi” non illude piĂ¹ nessuno neanche molti pezzi della maggioranza sempre piĂ¹ consapevoli del fatto che: gli onori sono roba per pochi fortunati nel partito, mentre gli oneri vengono tranquillamente condivisi».