Bluffare è consentito, ma i due giocatori non possono tirare troppo la corda. Perché entrambi sanno che ‘il piatto’ non se lo potranno portar via così. E questa consapevolezza, in fondo, è l’unico – parziale – motivo di speranza per Narni, per la sessantina di lavoratori attualmente in servizio all’Elettrocarbonium e per i circa 40 che sperano di rientrare.
Tempo limitato Certo è che lunedì scadrebbe l’ultimatum che l’avvocato Marco Petrucci, il liquidatore, ha posto per conto di Sgl: nella giornata di sabato l’Elettrocarbonium aveva reso noto che «le 72 ore richieste dal Mise e dalla Regione Umbria per la risoluzione della vertenza» erano trascorse invano e che «nulla è stato ufficialmente comunicato». Ma probabilmente gli emissari di Michele Monachino non hanno detto tutto.

Il ‘lodo’ Perché la proposta di ‘lodo’ – avanzata dal Mise e dalla Regione – sarebbe molto più articolata di quanto non sia stato fatto trapelare: non ci sarebbe solo la richiesta – a Sgl – di prendere in considerazione una proroga dell’ultimatum, ma quello che alla multinazionale sarebbe stato chiaramente detto è che la ‘manleva’ (cioè la liberatoria rispetto a possibili spese da sostenere in futuro per la bonifica) non è tecnicamente e giuridicamente concedibile e che, quindi, quella condizione va tolta dal tavolo di trattativa. Ma a Monachino sarebbe stato chiarito un altro punto importante: senza una dimostrazione concreta della possibilità di mettere, sullo stesso tavolo, una quota certa di capitale, ogni trattativa sarebbe improponibile.

Le ‘carte’ Altro aspetto importante, e che le due parti in causa sembrano voler trascurare, è che il binario sul quale la trattativa è in corso e, sì, doppio e parallelo, ma che il coordinamento, tra Mise e Regione, è pienamente condiviso e che le proposte fatte ad entrambe provengono da valutazioni fatte su basi concrete.
Il compromesso Per uscire dalla metafora, Mise e Regione sanno che nessuno dei due giocatori può rovesciarlo, il tavolo. E che nessuno dei due – e di questo sono consapevoli tutti – potrà alzarsi da vincitore assoluto. La multinazionale potrà, al massimo, essere accompagnata verso un disimpegno graduale; mentre Elettrocarbonium potrà contare su un appoggio concreto – non solo ‘morale’ – ma se dimostrerà di essere in grado di contribuire.
Tavolo unico Superata la fase delle trattative parallele – Mise con Sgl e Regione con Elettrocarbonium – si dovrà insomma tornare a discutere su un tavolo unico: dopo che entrambe le parti avranno metabolizzato i punti decisivi. La multinazionale non può aspettarsi di pagare – sette milioni o quelli che siano – e chiamarsi fuori, mentre Michele Monachino non può aspettarsi di essere ‘nominato’ padrone di tutto senza assumere degli impegni severi. E alla condizione che, se non dovesse farcela, allora sì che Sgl si potrebbe riprendere tutto.