Primo, entrare. Certo. Ma poi sarĂ anche importante verificare ‘come’ si è riusciti – se si è riusciti – ad entrare. Perchè il nuovo consiglio regionale ‘a venti posti’, la nuova legge elettorale, il collegio unico e tutto l’ambaradan messo in piedi per le elezioni del 31 maggio, qualche problemino lo creano.
I territori GiĂ , perchĂ© proprio il collegio unico mette in grandi ambasce quei candidati che provengono da territori – pensare a Terni viene spontaneo – che scontano un minimo, ma nemmeno tanto minimo, complesso di inferioritĂ rispetto a Perugia. Certo, alcuni candidati ternani possono contare su una ‘dote’ importante, rappresentata dalla consolidata presenza sul territorio e nelle isituzioni regionali, oltre che sul dichiarato appoggio degli apparati, ma insomma: la strizza resta.
Sogni e paure Con il corollario del sogno – o dell’incubo, questione di punti di vista – rappresentato da quel ‘ribaltone’ di cui Walter Patalocco scrive nella sua ribrica Il corsivo: con il centro destra che spera di poter interrompere un ciclo mai messo in discussione dal dopoguerra e con il centro sinistra, invece, che vuole mantenere ben strette le redini in mano.
IL CORSIVO DI WALTER PATALOCCO
I partiti Gli apparati, peraltro, spesso hanno riservato sorprese tutt’altro che piacevoli a chi, soprattutto negli ultimi tempi, si è fidato troppo della loro consistenza e compattezza. E così c’è una sorta di controllo a distanza, all’interno degli stessi schieramenti, per controllare che non si sconfini. Ogni preferenza, con il ‘quorum’ che sarĂ deciso soprattutto dalla percentuale di astenuti e che rischia di essere davvero altro, potrebbe risutare decisiva.
I piazzamenti E qui, infatti, si torna all’inizio: perchĂ© sarĂ certemente importante essere eletti, ma poi sarĂ molto importante il ‘come’: un conto, infatti, sarĂ entrare in consiglio regionale avendo fatto il pieno di preferenze e un conto sarebbe infilarsi dentro per il rotto della cuffia o, comunque, con un distacco da ‘quell’altro’ troppo evidente. PerchĂ©, tra i ‘ternani’, le cose stanno messe in maniera molto diversa, in base a schieramenti e liste.

Le liste In corsa, infatti, c’è un Andrea Liberati (M5S) o un Michele Vecchietti (L’Umbria per un’altra Europa) che, forti anche delle candidature a presidente, non hanno rivalitĂ interne da temere, ma devono solo fare i conti con il ‘minimo’ di percentuale da raggiungere. Poi ci sono un Sergio Cardinali (Umbria piĂ¹ uguale) e un Giuseppe Mascio (Iniziativa per l’Umbria-Civica e popolare) che sono le punte di diamante del territorio nelle loro liste. Poi, perĂ², ci sono un Eros Brega e un Fabio Paparelli (Pd), o un Raffaele Nevi e un Francesco Maria Ferranti (Fi) che il ‘derby della conca’ lo devono giocare sul serio.
Le variabili e le indiscrezioni Come sempre, poi, c’è chi giĂ delinea possibili scenari: dando per scontata una vittoria del centro sinistra, infatti, da parte di qualcuno si ipotizza giĂ l’assegnazione di qualche poltrona. La sanitĂ , si dice, sarebbe stata prenotata dal sottosegregatio Gianpiero Bocci per il ‘suo’ Luca Barberini, mentre il sentatore Gianluca Rossi potrebbe chiedere – soprattutto se il voto non sarĂ numericamente rispondente alle aspettative – un sacrificio a Leopoldo Di Girolamo, che sipotrebbe veder costretto a cedere uno dei suoi assessori per spedirlo di rinforzo in Regione.