L.P.
Siringhe sui lavandini, fazzoletti sporchi, gocce di sangue ovunque. Sembrerebbe la scena di un film e invece questa è la realtà. Almeno quella che appare, ogni giorno, a chi la stazione Fontivegge la frequenta per lavoro. Inutili, purtroppo, le tecniche di sorveglianza attuate, anche di recente.

I bagni E’ questa l’immagine di una stazione frequentata da tantissimi viaggiatori, turisti e studenti ogni giorno. La location è uno dei bagni per disabili all’interno dello scalo ferroviario. Un luogo di passaggio, un luogo in cui pusher e tossicodipendenti si incontrano, si scambiano soldi per dosi e, alla fine, un luogo in cui si consuma la droga. «Scene che si vedono molto spesso – racconta chi ha scattato queste foto in un ‘tranquillo’ lunedì pomeriggio – questi bagni sono abitualmente frequentati da tossicodipendenti che arrivano, consumano la propria dose e se ne vanno. Buttano a terra le siringhe o le gettano direttamente nel wc. Spesso, invece, le lasciano lì. Sopra il lavandino, come se niente fosse».

Le porte Agiscono indisturbati, ci raccontano. «Passano in mezzo alla gente e poi si vanno a nascondere nei bagni per disabili. Sono i più sicuri perché la porta scorrevole è sempre chiusa – ci racconta l’operaio che, ogni giorno, vede scene come questa – per aprirla un portatore di handicap deve chiamare l’operatore che arriva con la chiave. Loro, invece, entrano forzando la porta con una moneta da venti centesimi o con un semplice cacciavite. Si drogano e se ne vanno».

Fontivegge Chi alla stazione ci lavora, spesso si trova davanti situazioni come questa.«Si chiama la polizia, li identificano, li segnalano all’autorità giudiziaria e li lasciano andare. Questa è la trafila, la polizia più di questo non può fare». Una situazione insopportabile e insostenibile per i tanti dipendenti e operai e per gli addetti alle pulizie che quattro o cinque volte al giorno passano a pulire. Tempo qualche ora e tutto torna come prima. «Conosco bene tutte le principali stazioni ferroviarie dell’Umbria, da Assisi a Foligno, da Terni a Orte, ci lavoro. Bagni ridotti in questo stato, però, li ho visti solo a Perugia».