
Nessun rito abbreviato ma giudizio ordinario, di fronte alla corte d’assise di Terni, per i presunti basisti della rapina del 28 aprile 2015 sfociata nell’omicidio del 91enne Giulio Moracci – il 44enne ternano Claudio Lupi e il 60enne romano Gianfranco Strippoli, oltre alla colf 48enne Angela Cioce – e anche per il ‘palo’ della banda rumena, il 43enne Daniel Budzugan.

‘Niet’ La corte d’assise presieduta dal giudice Massimo Zanetti, nella prima udienza pubblica del procedimento, martedì mattina a Terni, ha infatti respinto la richiesta di giudizio abbreviato, condizionato all’acquisizione di una nuova perizia sulla morte dell’anziano, avanzata dagli avvocati difensori Luca Maori, Francesco Mattiangeli, Donatella Panzarola e Giuseppe Squitieri. Una decisione in linea con il punto di vista dell’accusa e dell’avvocato Andrea Colacci, il legale che rappresenta la famiglia Moracci costituitasi parte civile.

Nuove aggravanti Dopo l’accorpamento dei due procedimenti – quello relativo alla Cioce era separato dal principale – il pm Barbara Mazzullo ha contestato in aula nuove aggravanti nei confronti della colf di origini pugliesi, al pari degli altri cinque imputati, due dei quali – gli autori materiali della rapina, Gheorghe Budzugan (20) ed Elvis Epure (21) – verranno giudicati con rito abbreviato il prossimo 18 aprile dal gup Maurizio Santoloci. Oltre all’aver agito in cinque e più persone e l’aver approfittato delle condizioni di minorata difesa delle vittime,

l’anziano e la moglie Fioranna, ad Angela Cioce – ristretta ai domiciliari e presente martedì mattina in aula – è stato contestato anche di aver abusato della relazione professionale, come colf, instaurata con la famiglia Moracci.
La difesa L’avvocato Sara Giovannelli, che difende la 48enne accusata di aver collaborato direttamente all’organizzazione della rapina, contesta però l’ultima aggravante: «La mia assistita – dice – ha sempre spiegato di aver lavorato per la suocera del figlio della vittima e, occasionalmente, per quest’ultimo. Solo una volta è entrata nella casa di via Andromeda, dopo l’omicidio e chiamata dai familiari per rimettere ordine». Lo stesso legale ha chiesto i termini a difesa e la corte ha rinviato l’udienza al prossimo 15 marzo.