L.P.
Per un certo periodo di tempo quel palazzo è stato sulla bocca di tutti. ‘Hotel Gomorra’ era lo striscione di benvenuto a chi arrivava a Perugia passando da Ponte San Giovanni. Uno striscione appeso in alto, ben visibile a tutti, per quelle 17 ordinanze d’arresto e gli oltre 300 appartamenti sequestrati dai Ros nell’ambito dell’inchiesta Apogeo. Decine di milioni di euro sequestrati, i soldi dei casalesi venivano utilizzati per comprare aziende ridotte sul lastrico e poi attraverso un sistema di scatole cinesi si acquistavano attività , appartamenti, ristoranti.
Il Solaria Era il 2011, quell’area di Ponte San Giovanni, la ex Margaritelli, è poi stata dissequestrata un anno dopo. Il costruttore, Palazzetti, dichiarato totalmente estraneo a qualsiasi attività criminale. A distanza di anni, in quell’area i lavori sono rimasti fermi. Così come non sono mai stati completati al complesso Solaria, un centro multifunzionale che era stato pensato in un’ottica di sostenibilità ambientale e risparmio energetico. Un progetto pilota di interesse nazionale, con un impianto di tri-generazione ad alta efficienza di quartiere in grado di produrre energia elettrica, termica e frigorifera, veicolate tramite rete di teleriscaldamento-raffreddamento per le oltre 350 utenze residenziali, oltre che commerciali e direzionali. Proprio in virtù di tale progetti, la società realizzatrice aveva ricevuto un contributo a titolo di cofinanziamento pubblico da parte del Ministero dell’ambiente.
Opere incompiute «Lavori fermi da anni, cantieri fantasma, viabilità mai completata e solo degrado per le periferie»,  ha affermato il consigliere Pd Erika Borghesi che, assieme al collega Mirabassi ha presentato il 6 novembre un ordine del giorno in consiglio comunale per investire della questione direttamente l’amministrazione comunale. Un’ampia area industriale dismessa quella a Ponte san Giovanni,  in via Manzoni, che doveva essere recuperata attraverso la realizzazione di importanti azioni di trasformazione sia urbanistiche che dal punto di vista della viabilità . Per motivazioni differenti, però, i due progetti edilizi sono rimasti incompiuti e, con essi, anche la sistemazione delle aree di cantiere nonchè la realizzazione di una nuova viabilità di collegamento di uno dei comparti con Via Adriatica.«Nonostante il dissequestro – continua Borghesi – la costruzione edilizia non è più stata riavviata, né tantomeno sono state compiute le opere viarie programmate, che dovevano essere realizzate a carico del costruttore. Appare dunque fondamentale oggi per tutto il quartiere, al fine di scongiurare il degrado dell’area in questione, che venga portata a termine l’edificazione del complesso, e che venga in ogni caso realizzata la nuova viabilità di collegamento tra Via dei Loggi e Via Adriatica, così come prevista dal progetto; viabilità che oggi risulta più che mai necessaria anche a seguito della realizzazione della rotatoria e del sottopasso».
Viabilità  E’ soprattutto sul versante del collegamento stradale che, secondo i due consiglieri, l’Amministrazione dovrebbe rendere conto alle aziende costruttrici. Il sottopasso tra via dei Loggi e via Adriatica è sempre rimasto chiuso e, secondo il progetto iniziale, dovevano essere realizzate dai costruttori. «Le competenze dei privati non possono diventare un ostacolo insormontabile al compimento dei lavori e all’eliminazione delle situazioni di degrado, – prosegue la Borghesi – in tal caso l’amministrazione potrebbe valutare la possibilità di esigere le fideiussioni come previsto dalla convenzione connessa al relativo piano attuativo e farsi così carico del completamento della viabilità ». In un’ottica di tutela degli investimenti, il completamento di quei due cantieri appare funzionale al recupero dell’intera area industriale oltre che dell’intero quartiere. Secondo i due consiglieri, una volta terminati i lavori l’amministrazione potrebbe anche vagliare la possibilità di trasferire in quei due comparti uffici e servizi comunali a disposizione dell’intera cittadinanza.