L.P.
Bocci non c’è. I suoi arrivano spaiati, per non dare nell’occhio, ma tutti insieme. Qualcuno giura di averli visti a cena prima di arrivare al Park Hotel di Ponte san Giovanni per la direzione regionale del Pd «più affollata di sempre» come commenta il segretario Leonelli. La presidente Marini arriva, invece, per ultima. Sono quasi le nove e mezzo di giovedì sera quando inizia quella che, come molti pensano, dovrebbe essere la resa dei conti finale tra le due anime del partito. Alla fine, quando è passata l’una di notte, bisognerà ricredersi. Ognuno resta sulle proprie posizioni ma per la prima volta la presidente Marini abbassa i toni e, con insolita umiltà, chiede all’assessore dimissionario di tornare in Giunta.
Crisi politica E’ il segretario Leonelli a prendere la parola per primo. A ricordare che il Partito democratico è uno e uno solo. E tale viene percepito dai cittadini, «quei 120 mila umbri che ci hanno votato senza esprimere la preferenza e verso cui siamo responsabili. Quei cittadini che non colgono le infinite sfumature del dibattito interno». Ormai non è più un tabù parlare di crisi politica. «Ma è una crisi con la p minuscola – prosegue Leonelli – non c’è una divisione su come riorganizzare la sanità. Il Pd umbro ha un ruolo d’indirizzo, lo dimostra il documento approvato all’unanimità in segreteria regionale. Ora è il momento di chiedere scusa ai cittadini umbri per lo spettacolo dato in questi ultimi venti giorni».
Sanità di cittadinanza Per Leonelli, dunque, è necessario tornare a parlare dei problemi che sono prioritari per questa regione, come la Perugina, la Sgl Carbon, le acciaierie di Terni. «Non dobbiamo continuare a guardarci l’ombelico – dice – parlare di sanità significa impegnarsi e fare tutti insieme, giocare la sfida della nuova politica». Per questo Leonelli ha voluto sancire, con un documento in 8 punti, un patto con gli elettori per la sanità di cittadinanza che verta sulla riorganizzazione della medicina territoriale, la ridefinizione dei ruoli dei vari presidi ospedalieri secondo un percorso di razionalizzazione e regionalizzazione sanitaria, la messa in rete dei servizi, ridefinizione dei presidi ospedalieri, l’abbattimento progressivo delle liste d’attesa, l’avvio di progetti macroregionali, l’efficientamento della centrale unica degli acquisti e la verifica della tenuta del sistema.

Lealtà e fiducia «Abbiamo una grande responsabilità – conlcude Leonelli – e il Pd nazionale ci chiede di porre fine a questa frattura. Dobbiamo delle scuse a tutti i cittadini umbri». Al suo intervento seguono quello del consigliere regionale Andrea Smacchi che, pur condividendo le finalità del documento e la volontà di ricomposizione messa in campo dal segretario, dice: «non ci stiamo a passare per quelli che hanno messo in difficoltà la maggioranza. Nessun consigliere, e io lo posso assicurare, ha mai messo in dubbio la fiducia nei confronti della maggioranza e della presidente, anche se qualcosa si è rotto. Non ha funzionato il metodo di risoluzione del contrasto, chiedere partecipazione sulle nomine non è lesa maestà». D’accordo con Smacchi è anche il consigliere Eros Brega che, pur sottolineando la assoluta lealtà dei cinque dissidenti – oltre a lui e a Smacchi, la Porzi, Guasticchi e il dimissionario Barberini – ricorda come «in un paese in cui non si dimette nessuno, qui in Umbria lascia l’assessore alla Sanità. E’ una questione che non può essere sottovalutata».
Social network Il dibattito si è poi concentrato sui toni che, per tutta la durata della crisi, ormai quasi venti giorni, si sono alzati fino agli eccessi da ambo le parti. «E’ una crisi che nasce su Facebook – ironizza Guasticchi – davanti al computer siamo tutti grandi statisti. Tenere insieme il partito, però, è cosa ben diversa». «Abbiamo toccato il fondo, ora basta», rimarca la presidente dell’assemblea legislativa Donatella Porzi in un intervento che ha i toni comprensivi di una mamma che vuole far riappacificare due fratelli. «Questa è l’unica crisi che la legislatura si può concedere, io ho procrastinato finché mi è stato possibile, ora bisogna tornare a lavorare in consiglio regionale dove dovremo delle spiegazioni a tutti i consiglieri e ai cittadini umbri».

L’ex assessore Sono in tanti a prendere la parola prima dei veri protagonisti della serata, dal segretario provinciale Dante Andrea Rossi fino al sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti e quello di Terni Leopoldo di Girolamo. E’ un passo in avanti importante quello che, per Luca Barberini, rappresenta il documento presentato in serata da parte della segreteria regionale. Promosso, dunque, il patto per la sanità di cittadinanza che si avvicina alle proposte di Barberini di rimettere al centro le necessità dei cittadini, bocciata invece la ricostruzione fatta dalla segreteria sulla crisi in seno al partito. Ripete di essersi sentito messo in disparte, l’ex assessore, e che la rottura ci sia stata per il metodo con cui le nomine sono state fatte e non per i nomi veri e propri. «C’è un tema, quello dell’innovazione, che dobbiamo inserire nel nostro ragionamento. Ci sono personaggi inamovibili da 25, 30 anni in ogni settore. Non è una questione di età anagrafica, se un personaggio è incardinato nella stessa poltrona da tutto questo tempo ha perso la spinta propulsiva utile al sistema». Competenza e innovazione, dunque, possono andare d’accordo. Applausi, ovazioni e strette di mano per Barberini che lascia spazio alla Marini, a cui tocca il duro compito di fare le scuse pubblicamente.

Marini E’ lei, infatti, che abbassa il tono della discussione e che per venticinque minuti si lascia andare a una riflessione a tutto tondo sulle problematiche del partito, le minacce e i pericoli che incombono. Sa che ci sono delle scadenze, il bilancio, tra tutti, e il Defr, sa che dovrà tornare a rendere conto dell’operato della giunta in consiglio regionale, ormai bloccato da settimane come i lavori delle commissioni. Sa che una giunta ‘monca’ non può andare tanto lontano. E sa anche, soprattutto, che si è consumata una pesante crisi interna ai dem e per meglio chiarirla usa una metafora, quella del dentifricio che, una volta uscito dal tubetto, è difficile rimetterlo dentro.
‘Risarcire gli umbri’ E’ per questo che, dopo i toni forti usati negli ultimi giorni contro Barberini, l’opposizione e, in generale, tutti i suoi detrattori, con molta responsabilità fa un passo indietro. Un passo indietro formale, certo non sostanziale, quello necessario per «risarcire gli umbri che ci hanno consegnato il governo della Regione. Per risarcirli dobbiamo usare la stessa partecipazione espressa in questa direzione per affrontare i problemi reali cui siamo chiamati a dare risposte. Li risarciremo se non consegneremo sul tema della sanità un dibattito per mozioni in consiglio regionale, se rimetteremo al centro del dibattito i veri problemi lasciando da parte le ferite che ci siamo causati a vicenda». Non una ricomposizione formale dunque, delle anime del partito, servono scelte programmatiche senza agire sulla leva fiscale, liberando risorse, finanziando imprese e lavoro e guardando al futuro dell’Umbria.
Barberini in giunta «Mercoledì ci presenteremo in consiglio regionale con la Giunta nella pienezza delle sue funzioni e con una condivisione, dopo il dibattito stimolante di stasera, che mi auguro si formalizzi con la presenza di Luca Barberini all’interno della giunta». La richiesta di rientrare, per l’ex assessore, era già stata avanzata mercoledì nella riunione del gruppo e diventerà formale, dunque, mercoledì prossimo. Se la maggioranza quindi tiene ora a scricchiolare sembra essere la posizione del segretario regionale. «Mi riservo una verifica sulla maggioranza – dice Leonelli a conclusione del dibattito – perché dopo stasera mi sembra necessario capire se tutto il partito ha ancora fiducia nel suo segretario».
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