di S.F.
«Beautiful landscape. Posso immaginare il perché le persone volessero venire e sistemarsi qui dopo averlo visto. Un posto perfetto, c’è tutto». Tuffo nella storia di Carsuale per Greg French, il neo ambasciatore australiano in Italia – insediatosi a giugno e ‘accreditato’ anche per Libia, San Marino e Albania – che, lunedì mattina, ha visitato il parco archeologico con focus particolare sulla nuova area di scavo nel quartiere Nord-Est dell’area urbana. Un tour che nasce – fece lo stesso il predecessore, Mike Rann, nel 2014 – dalla collaborazione tra il team di archeologi italiani e la Macquarie University di Sydney. Istituto nel quale si è formato lo stesso French. «Qui la storia è ‘tangibile’, sensazioni speciali».
L‘AMBASCIATORE AUSTRALIANO GREG FRENCH A CARSULAE: FOTOGALLERY

Il rapporto Dal 2013 l’università australiana manda infatti a Carsulae alcuni studenti – a coordinarli la professoressa Jaye McKenzie Clark – per permettergli di apprendere le tecniche dello scavolo archeologico e studiare, in una seconda fase, i reperti che emergono dai lavori: nel nuovo settore sono iniziati da giugno grazie alla concessione ministeriale ottenuta dall’associazione culturale ‘Astra Onlus’, con direzione affidata agli archeologici Luca Donnini e Massimo Gasperini. Entrambi, in compagnia della professoressa Clark e dell’addetto alla cultura dell’ambasciata australiana Clelia March Doeve, hanno accompagnato French a visionare i reperti trovati e l’avanzamento delle opere – c’è il sostegno della fondazione Carit e la collaborazione con le cooperative Actl ed Alis, gestori del centro visita- documentazione e dei servizi d’accesso all’area archeologica – del quartiere Nord-Est. Responsabile scientifico degli scavi è Maria Cristina De Angelis.
GREG FRENCH: «TANGIBLE HISTORY», VIDEO

Il magazzino e il gioco Sono tre gli australiani attualmente in forza – in estate erano oltre dieci, impegnati anche sul ‘campo’ – a Carsuale per lo studio e la classificazione dei numerosi reperti scovati negli ultimi mesi dal team di Gasperini e Donnini: French (tra le lingue conosciute c’è anche l’italiano), dopo saluti informali e uno scambio di battute con la professoressa Clark, è stato condotto in primis nel magazzino custodito dalla Soprintendenza per mostrargli monete, ceramiche e statuette – spicca il bronzetto di Arpocrate – raccolte negli ultimi anni. L’ambasciatore australiano si è soffermato in particolar modo su un oscillum – maschera di marmo – realizzato a scopo decorativo. French si è poi divertito a ‘giocare’ con un antico dado in compagnia della restauratrice Angelica Catozzi dell’associazione Astra.

Grimani e la ricerca Un French molto ‘casual’ e disponibile con gli archeologici e chiedere disquisizioni tecniche sul materiale raccolto. Lo stesso anche nei confronti del sindaco di San Gemini, Leonardo Grimani, che ha a lungo colloquiato in italiano con l’ambasciatore sugli sviluppi della collaborazione: «Le associazioni – ha commentato Grimani – ci stanno dando una mano, ma servirebbe maggior sensibilità da parte di tutte le istituzioni. C’è bisogno di fare squadra e creare momenti di ‘concentrazione’ per queste aree di eccellenza: c’è fatica nello svolgere l’attività di ricerca, le istituzioni – il primo cittadino del comune ternano cita Soprintendenza e Regione – devono trovare risorse. Il futuro è da curare». Concetti che Grimani ha comunicato a French: «Un onore che sia qui, è un piacere riceverlo».

Australia-Italia Viceversa French ha sottolineato come «le origini australiane siano legate all’Europa ed è fondamentale coltivare questo rapporto esistente per non dimenticare il passato e, soprattutto, per capirlo». L’ambasciatore – domenica era già stato a Carsuale per una visita ‘non ufficiale’ con la famiglia – si è poi diretto a San Gemini per visitare la Domus.
Strutture private L’attenzione degli archeologi, in questo periodo, è riservata alle murature – di due metri, ben conservate – posizionate nei pressi del lastricato al lato della via Flaminia: prende sempre più corpo che si tratti di strutture private utilizzate per motivi commerciali. E sarebbero le prime scoperte all’interno del parco archeologico.

«Really impressive» L’impatto con Carsulae, in definitiva, non ha lasciato indifferente French: «Mi ha dato una sensazione, un’emozione speciale vivere il parco archeologico con questa nebbia autunnale. Ti da quasi la possibilità di immaginare una donna, un uomo o un bambino di quell’epoca apparire da dietro l’angolo. E’ straordinario, anche vedere come gli antichi insediamenti romani siano rimasti quasi intatti per molti secoli». Cambiano gli ambasciatori, mentre chi resta è la Clark: «Stiamo cercando di incoraggiare i più giovani ad interessarsi, perché è fondamentale proseguire nel lavoro sul sito».
Storia ‘tangibile’ «Avere questa cooperazione tra Carsulae, il Comune di San Gemini e la Macquarie: l’università australiana spera di poter ‘recuperare’ e capire questa importante eredità culturale. Per il futuro mi auguro questa collaborazione possa crescere». Come descriverebbe French agli australiani il sito di Carsuale: «Two words. Tangible history». French-Carsuale, atto primo. E non sarà l’ultimo.