Primo confronto, di fronte al tribunale, fra accusa e difese nell’ambito dell’operazione ‘Spada’ che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di quindici persone da parte della procura, fra amministratori, dirigenti e funzionari comunali e soggetti legati ad alcune importanti cooperative del territorio. L’occasione รจ stata l’udienza del ‘riesame’ che si รจ tenuta martedรฌ mattina di fronte al collegio presieduto da Massimo Zanetti e composto dai giudici Barbara Di Giovannantonio e Rossana Taverna.
I SETTE ‘FILONI’ DELL’INDAGINE
Il Riesame Articolata la discussione, con alcuni degli indagati che – dopo aver ottenuto la restituzione di tutti i documenti e i computer sequestrati lo scorso 17 novembre (FOTO) dalla squadra Mobile e dalla guardia di Finanza di Terni nelleย abitazioni e negli uffici, in Comune cosรฌ come presso le varie coop, hanno comunque chiesto l’annullamento dei decreti di perquisizione emessi dall’autoritร giudiziaria sulla base dellaย ยซmancanza delle condizioni e dei presupposti di leggeยป. La decisione nel merito da parte del tribunale di Terni รจ attesa nelle prossime ore.
OPERAZIONE ‘SPADA’, GLI INDAGATI REPLICANO

Atti restituitiย Questa la linea ‘tenuta’ dagli avvocati Massimo Proietti, Enrico De Luca e Roberto Spoldi, per conto – rispettivamente – di Carlo Andreucci (coop Alis), Luca Ascani (Gea) e Stefano Bucari (assessore comunale ai lavori pubblici). Di contro, essendo ‘cessata la materia del contendere’ con la restituzione di tutto il materiale sequestrato, due indagati come Sandro Corsi (coop Actl) e Stefano Notari (Alis) hanno preferito non dare seguito all’istanza di dissequestro inviata in precedenza tribunale, ritenendosi probabilmenteย soddisfatti della tempestivitร con cui la procura ha agito. La strada del ‘riesame’ รจ stata seguita anche dall’assessore al bilancio Piacenti D’Ubaldi la cui istanza, presentata dall’avvocato Attilio Biancifiori, verrร discussa il prossimo 6 dicembre.
La genesi Intanto l’origine dell’indagine, stando agli atti, sarebbe da cercare in diversi articoli giornalistici e informazioni ricevute da fonti ‘confidenziali’, che hanno spinto gli investigatori della squadra Mobile a sentire, nel tempo, diverse persone presumibilmente informate sui fatti. Tutto sembra cosรฌ partito da un generico ‘malessere’, raccolto dagli inquirenti, in ordine ad alcuni bandi ed affidamenti effettuati dal Comune. Uno schema, questo, che non riguarderebbe comunque tutti e sette i filoni dell’indagine.