di F.T.
Sindaco, comandante dei carabinieri, parroco. E il pretore. Fino a quando l’ultimo non è stato soppresso dalla legge, erano queste le figure di riferimento per centinaia di comunità locali in Italia. Maurizio Santoloci, che pretore lo è stato in Sardegna e ad Amelia, nella sua attività di giudice – oggi gip del tribunale di Terni – non ha mai smarrito quell’impronta di ‘magistrato della gente’ che si porta dietro ancora oggi. Un’attività nel nome dello Stato e della legge, fatta di umanità, competenza e – soprattutto – di autentica comprensione dei problemi che i cittadini si trovano a dover affrontare ogni giorno. In pratica l’opposto di chi pensa che il compito di un magistrato si realizzi solo fra palazzi, aule di tribunali e, talvolta, salotti più o meno televisivi dove poter filosofeggiare in libertà.
INTERVISTA: PARLA MAURIZIO SANTOLOCI

Ospite d’eccezione Incontrarlo nella redazione di umbriaOn, dove è stato nostro gradito ospite, ha semplicemente confermato l’impressione di un uomo concreto, serio ma di spirito, attento a tutto ciò che gli accade intorno. E con un forte senso pratico: «Oggi chi chiede il rispetto della legge rischia di passare per un intransigente o, nei casi peggiori, per sovversivo – spiega -. Il problema è che le prassi ‘comode’ in troppi casi hanno preso il sopravvento sulle regole. Esiste anche una sorta di ‘buonismo giurisprudenziale’ che finisce per avvantaggiare direttamente chi commette reati. Il punto è che bisogna superare le prassi, non giuridiche, e ripristinare la legalità. Ciò può avvenire solo conoscendo direttamente la realtà che ci circonda, andando a verificare di persona ciò che accade».

L’impegno Da anni in prima linea – docente nelle scuole di polizia italiane e magistrato particolarmente attento ai temi di sicurezza pubblica, ambiente e salute – Maurizio Santoloci negli ultimi tempi si è occupato, da giudice istruttore, di casi rilevanti di cronaca (fra cui gli omicidi di David Raggi, Giuseppina Corvi, Marianna Vecchione) e di numerose attività, alcune delle quali tutt’ora in corso, su temi di particolare importanza per la realtà locale e non solo. Fra gli ‘impegni’, quello che lo ha portato a pubblicare diversi testi di diritto ambientale – fra cui le sei edizioni del volume ‘Tutela giuridica degli animali’ – ma anche la direzione della testata online Dirittoambiente.net, l’attività di consigliere per i ministeri dell’ambiente e dell’Interno, la direzione dell’ufficio legale della Lega Antivivisezione e l’impegno come docente di ‘tecnica di polizia giudiziaria ambientale’.

«Serve una scossa» Conoscerlo solo attraverso il curriculum – che potrebbe far immaginare una persona distaccata o sempre su un gradino più alto rispetto al tuo – non rende merito all’uomo né al personaggio. «Terni è una città un po’ sfiduciata, assopita – dice -. Credo che serva un corto circuito di energia per ravvivare l’interesse su alcuni temi, come l’ambiente e la salute pubblica, che sono invece fondamentali. Per capire come stanno davvero le cose bisogna abbandonare i freddi numeri e andare in mezzo alla gente, nella città, negli ospedali. I parametri, da soli, non rendono l’idea di quella che è la realtà. Se in tutta Italia la criminalità ha potuto svilupparsi in determinati settori, come la gestione dei rifiuti, è ‘merito’ anche delle complicità offerte da una certa borghesia fatta di impiegati, consulenti e dirigenti pronti a falsificare documenti, perizie e autorizzazioni. È questo il ‘mondo di mezzo’ di cui tanto si parla, ma che riguarda ciascuno di noi da vicino e che ancora oggi segna in negativo le vite di migliaia di persone. L’Italia, dalla Val d’Aosta a Lampedusa, è invasa da forme diverse di criminalità. Chi in passato pensava di essere immune, si è dovuto ricredere. Forse le zone più vulnerabili sono proprio quelle storicamente più ‘tranquille’ e vivibili come la nostra».