
Un colpo consistente, a quanto pare di diverse migliaia di euro, messo a segno da una banda composta da tre uomini esperti e armati, presumibilmente italiani. Lunedì pomeriggio intorno alle 18 sono entrati nella sede dell’Unicredit di corso Tacito e hanno svuotato le casse. I circa dieci dipendenti che in quel momento si trovavano all’interno della filiale, sono stati tutti chiusi in una stanza e poi liberati diversi minuti dopo.
Il direttore Michele Piccioni, il direttore della banca rapinata, raggiunto al telefono spiega di «non poter rilasciare nessuna dichiarazione, lei comprenderà che in questa fase non sono autorizzato a parlare con lei», ma conferma che «il personale non ha subìto nessuna violenza fisica, anche se ovviamemente lo stress è stato forte. Ma potrei dire che i rapinatori sono stati ‘gentili’, non ricorrendo, a parte il fatto di aver mostato le armi, a particolari gesti intimidatori o violenti». Nessun dettaglio, invece, sull’ammontare della somma asportata: «Diciamo – prova ad alleggerire la tensione – che la banca è solida e sopravviverà a questo episodio».
Sul posto In base ad una prima ricostruzione della Polizia, intervenuta sul posto anche con la Scientifica, i malviventi sarebbero entrati attraverso la galleria posta fra la banca e il bar Pazzaglia. Lì, ben nascosti agli occhi di curiosi e passanti, avrebbero praticato un buco, forse nottetempo, sfruttando l’unica parete non allarmata della filiale.
Prime ricostruzioni La banda avrebbe atteso l’uscita degli ultimi clienti del pomeriggio, con l’obiettivo di ritrovarsi faccia a faccia con i dipendenti e quindi svaligiare l’agenzia. Un progetto, a quanto pare, riuscito in pieno.
Armati Da quanto appreso i rapinatori erano in tre, armati con due pistole e indossavano guanti e passamontagna. L’ipotesi che si tratti di una banda esperta – che conosceva bene il posto da ‘colpire’ – è alimentata anche dal fatto che la parete da cui i malviventi sono entrati, era probabilmente l’unica a non essere protetta da sistemi di sicurezza.

Dipendenti sequestrati Quando hanno fatto irruzione, all’interno dell’agenzia c’erano circa dieci dipendenti: dietro la minaccia delle armi, sono stati tutti costretti ad entrare in una stanza, poi chiusa a chiave. Lì avrebbero trascorso parecchio tempo, un’ora a quanto pare, prima di essere liberati dalla polizia.
Sorpresi Gli altri dipendenti della banca, che lavorano al secondo piano dell’edificio, non si sarebbero accorti di nulla. Almeno fino a quando qualcuno di loro non è sceso dalle scale e si è imbattuto negli agenti.

Fuga Dopo il ‘colpo’, la banda è uscita dall’ingresso principale: le telecamere di sicurezza avrebbero ripreso i tre componenti, anche se a volto coperto. In queste ore gli investigatori stanno mettendo a confronto le immagini del sistema con quelle registrate da altre videocamere installate nel centro di Terni. Riscontri che puntano, ovviamente, all’identificazione dei responsabili.