di Leonardo Missinato
Coordinatore comunale Forza Italia Giovani Terni – Delegato nazionale per la provincia di Terni
Il 25 aprile rappresenta una tappa fondamentale nella storia repubblicana del nostro Paese: è la data simbolica della liberazione dell’Italia dal giogo dell’occupazione nazifascista e dalla guerra, ma soprattutto è un’occasione di riflessione profonda sul valore universale della libertà. Non possiamo permettere che il significato di questa giornata venga sminuito o strumentalizzato da narrazioni faziose, lontane dallo spirito unitario che deve animare una comunità nazionale. Come giovane dirigente politico e come cittadino italiano, sento il dovere di ricordare con rispetto e gratitudine chi ha lottato per restituire all’Italia un destino di democrazia e dignità. Lo faccio però con la consapevolezza che la libertà conquistata allora non è mai un bene acquisito una volta per tutte: va difesa ogni giorno, con responsabilità, cultura e impegno civile.

La nostra Repubblica nasce da una ritrovata unità del popolo italiano, unito nel desiderio di pace, di progresso e di giustizia. I valori del 25 aprile non appartengono ad una parte politica, ma a tutta la Nazione. In Forza Italia Giovani, e più in generale nel pensiero liberale e moderato che ci guida, il concetto di libertà è centrale: libertà individuale, libertà economica, libertà educativa e libertà d’espressione sono i pilastri su cui si fonda ogni società veramente democratica. È nostro compito, oggi, difendere questi valori dalle nuove minacce: l’intolleranza ideologica, la polarizzazione politica, l’ignoranza storica e il disprezzo delle istituzioni repubblicane. La libertà non è anarchia, non è confusione: è responsabilità, è rispetto, è capacità di costruire e non di distruggere.
L’Italia ha bisogno di una memoria condivisa, non divisa. Serve uno sguardo sereno, maturo, non revisionista né settario. Condannare senza ambiguità le dittature, tutte, è un dovere morale. Ma allo stesso modo è doveroso evitare che la celebrazione del 25 aprile si trasformi in una sterile occasione di divisione tra italiani, o in un pretesto per rilanciare vecchie ideologie che il tempo ha dimostrato fallimentari. La Resistenza fu un fenomeno plurale: vi parteciparono militari, civili, cattolici, liberali, monarchici, socialisti. Non fu appannaggio esclusivo di una sola matrice ideologica. In questo senso, la visione di Forza Italia, erede di un liberalismo riformatore e di una cultura europeista, mira ad affermare un’identità nazionale consapevole, radicata nella storia ma proiettata nel futuro.
In questa giornata, sento il bisogno di esprimere un pensiero semplice ma sincero: il rispetto per la storia non si dimostra con la retorica, ma con l’onestà intellettuale. Non mi appartiene l’idea di usare il 25 aprile per lanciare accuse o per dividere il Paese. Credo nella pacificazione nazionale, in una memoria capace di unire e non di rinfocolare rancori. Da giovane dirigente di Forza Italia, rivendico il diritto ed il dovere di leggere questa ricorrenza con spirito critico, ma anche con profondo rispetto per chi ha lottato affinché oggi possiamo vivere in una democrazia. La libertà vera nasce dal confronto civile, non dal silenzio imposto o dal pensiero unico.
Celebrare la Liberazione significa anche riflettere sulle sfide del presente e del domani. È nostro compito, come giovani impegnati in politica, dare un contributo positivo, costruttivo, orientato al bene comune. La libertà va alimentata con l’educazione, con la promozione della cultura, con il lavoro, con la valorizzazione delle eccellenze italiane, e soprattutto con il rispetto reciproco. In una società che troppo spesso si rifugia nel rancore e nel sospetto, dobbiamo essere noi i portatori di un messaggio nuovo: l’Italia può essere più forte se si riconosce nella propria storia senza ideologismi, se sa dire “mai più” a ogni forma di totalitarismo, e se coltiva un patriottismo sano, sobrio, consapevole.
Il 25 aprile non è solo il ricordo della Liberazione dell’Italia: è anche il simbolo della rinascita europea. La nostra adesione al progetto europeo è figlia di quella stessa tensione ideale che ci ha liberati dalla guerra. Oggi, più che mai, il destino dell’Italia è inscindibile da quello dell’Europa. La libertà si difende anche rilanciando una visione europea dei popoli, fondata sulla sussidiarietà, sulla dignità della persona e sull’equilibrio tra identità e cooperazione.