L.P.
Tensione, interruzioni, scambio di accuse. La seduta di martedì del consiglio regionale si chiude con una foto, quella dei consiglieri di opposizione Andrea Liberati, del Movimento 5 Stelle, e Emanuele Fiorini, Lega Nord, che agitano un cartello: «Fuori la mafia dall’Umbria. Basta Pd, basta rifiuti». E’ questo l’ultimo atto di una riunione iniziata di mattina presto e che ha visto l’opposizione, compatta e unita, tentare di chiudere una partita che sembrava scontata.

Rinvio Scontata, invece, non lo è stata affatto. E così al termine di una lunga discussione, dopo che già in mattinata era stato deciso di anticipare quella che già sembrava come la questione più spinosa della giornata, l’Assemblea ha votato a maggioranza (Pd, Psi e Umbria più uguale, contraria tutta l’opposizione) per il rinvio della discussione. Un rinvio proposto dal consigliere Pd Eros Brega e motivato sulla base dell’articolo 60 del regolamento interno. Dopo un paio di sospensioni dei lavori, la maggioranza ha criticato alcune delle premesse contenute nella relazione firmata dagli otto consiglieri d’opposizione, per l’istituzione della Commissione d’inchiesta avente ad oggetto “Gestione integrata dei rifiuti, implicazioni e ricadute sul sistema rispetto all’interdittiva antimafia notificata dal Prefetto di Perugia a Gesenu spa ecoimpianti e Gest srl”. Favorevole nella pratica, ma non nei principi ispiratori che dovrebbero portare all’istituzione di un organismo in grado di valutare danni ambientali e verificare obiettivi e responsabilità politiche, il Partito Democratico ha quindi criticato alcune delle premesse contenute nella relazione firmata dai consiglieri d’opposizione e ha deciso di prendersi più tempo per valutare i limiti di ammissibilità contenuti nell’atto.
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Il documento Al termine del consiglio è stata dura la reazione dell’opposizione, che ha siglato un documento in cui si lamenta una violazione dello Statuto regionale e del regolamento. «Si vuole impedire – si legge – libertà, informazione e trasparenza». Doveva essere istituita d’ufficio, secondo l’opposizione, proprio perché era stata votata da 8 consiglieri, più di un terzo dei componenti del consiglio come previsto dallo Statuto e, invece, mentre sembrava che la discussione stesse procedendo sulla composizione dell’organismo (7 o 5 membri) e la durata, «è stata rinviata, dall’Assemblea legislativa, senza alcun motivo né giuridico e né tecnico, in palese violazione dei Regolamenti e dello Statuto, malgrado ci fosse stato un iniziale raccordo su oggetto preciso, tempi e modalità fra tutti i consiglieri regionali».
Trasparenza «E’ palese – si legge ancora nella nota firmata da Liberati e Carbonari, M5s, Ricci e De Vincenzi, Rp, Squarta, FdI, Nevi, FI, Fiorini e Mancini, Lega Nord – che si voglia nascondere ed ostacolare la verità sul sistema dei rifiuti in Umbria per il quale, pur auspicando un veloce lavoro degli organi giudiziari di controllo, si suppone, insieme a quanto già emerso sulla stampa, l’esistenza di inefficienze, sprechi e mala gestione con incrementi dei costi, per comuni, cittadini e imprese, molto rilevanti , valutati a circa il +30 per cento».
Il M5S «Abbiamo forse chiesto troppo? – si domanda Andrea Liberati al termine della riunione – Noi chiediamo solo chiarezza e trasparenza. Vogliamo far luce su quanto è accaduto in Gesenu e vogliamo fare in modo che l’Umbria sia esente da infiltrazioni criminali di stampo mafioso. Non ostacoleranno il nostro lavoro, noi andremo avanti».
Leonelli «La Commissione di inchiesta su Gesenu si farà. Il Partito Democratico è favorevole alla sua istituzione, (purché non interferisca coni poteri della magistratura), come ha dimostrato avendo voluto anticipare la trattazione dall’ultimo al primo punto all’ordine del giorno e chiedendo chiarimenti sulla sua eventuale emendabilità». E’ questa, a fine giornata, la dichiarazione del capogruppo Pd in consiglio Giacomo Leonelli. Non una criminalizzazione, in toto, del sistema di gestione dei rifiuti in Umbria, precisa Leonelli, ma neanche di tergiversare. «Non vogliamo insabbiare l’atto – dice – vogliamo solo capire i confini dell’oggetto della commissione e soprattutto essere messi nella condizione di sapere cosa votare».