Nuova ordinanza di custodia cautelare, nuovo interrogatorio di garanzia davanti al gip. Federico Bigotti, il giovane di 21 anni accusato dell’omicidio della madre, Anna Maria Cenciarini, la donna trovata morta nel casolare di famiglia a Varesina, nelle colline di Città di Castello, uccisa con numerose coltellate, continua a rimanere in silenzio.
Interrogatorio Nessuna dichiarazione, dunque, neanche giovedì. La sua unica versione rimane quella fornita subito dopo l’arrivo degli inquirenti a Varesina. E dopo il braccio di ferro di mercoledì, tra legali difensori e Procura di Perugia, Federico resta in carcere. Gli avvocati erano infatti riusciti a far annullare l’ordinanza di custodia cautelare dal tribunale per un vizio procedurale, ma Federico non è uscito dalla sua cella, a Capanne, dove è rinchiuso dallo scorso 2 gennaio, neanche per vedere la luce. La contromossa della procura di Perugia, però, è stata più rapida del previsto, con un’altra ordinanza notificata direttamente in carcere con cui, evidentemente, è stato ravvisato il persistere di esigenze cautelative definite eccezionali e legato al quadro di pericolosità che la procura ipotizza.
Riesame Dunque, oggi, l’avvocato Bochicchio si dice pronto a fare nuovamente ricorso al Riesame per la scarcerazione di Federico. «Stante la situazione psicologica del ragazzo – riferisce – siamo convinti che il carcere non sia il luogo adatto a lui». Già la psichiatra del carcere, infatti, aveva inviato al gip una nota per chiedere accertamenti sulle condizioni psichiche del giovane. Per questo il giudice per le indagini preliminari aveva autorizzato i difensori a far entrare in carcere un medico di fiducia per condurre degli accertamenti.
Ris E intanto mercoledì pomeriggio gli inquirenti sono tornati sul casolare di Varesina, con i Ris a lavoro sulla scena del crimine con il luminol per cercare di trovare tracce di sangue e capire, una volta per tutte, se qualcuno abbia ripulito prima dell’arrivo dei carabinieri la mattina del 28 ottobre. «Attendiamo di vedere i risultati degli accertamenti – ha commentato l’avvocato – solo allora potremo cominciare a capire che cosa è successo quella drammatica mattina».