Nel gennaio del 2014 il gup Pierluigi Panariello aveva emesso sentenza di ‘non luogo a procedere perché il fatto non sussiste’ nei confronti di tutti e dieci gli indagati. Una decisione annullata lo scorso aprile dalla Cassazione, in ragione della ‘carenza di motivazioni’ addotte dal giudice e di una sentenza ‘che non manifesta la valutazione delle indagini nel loro complesso e fa perno esclusivamente sull’ultimo elaborato peritale, omettendo di formulare il solo giudizio che competeva, quello sulla inutilità o superfluità del dibattimento’.
Tutto da rifare Così gli atti del procedimento penale che coinvolge dieci fra ex amministratori e dirigenti dell’Asm – legato alle gravi patologie tumorali che nel tempo hanno colpito quattro ex addetti dell’inceneritore di Maratta, due dei quali – Giorgio Moretti e Ivano Bordacchini – deceduti fra il 2008 e il 2011 – sono tornati davanti ad un nuovo giudice, Simona Tordelli, a cui spetterà il compito di decidere chi dovrà difendersi in un eventuale processo e chi potrà mettersi la vicenda alle spalle.
La prima udienza del ‘nuovo’ procedimento si è tenuta mercoledì mattina ed è stata subito caratterizzata da un rinvio, al prossimo 7 marzo, per un difetto di notifica negli atti relativi ad uno dei dieci indagati. Per quest’ultimi il pm Elisabetta Massini ha chiesto il rinvio a giudizio per lesioni e omicidio colposo: si tratta dell’ex dg di Asm Moreno Onori, gli ex presidenti della controllata Giacomo Porrazzini e Piero Sechi, gli ex membri del cda Paolo Olivieri, Raffaele Iannotti e Attilio Amadio, l’ex sindaco di Terni Paolo Raffaelli, l’attuale dg Stefano Tirinzi, il tecnico Giovanni Di Fabrizio e il consulente Aldo Di Raimo Marrocchi. Fra i legali difensori figurano gli avvocati Roberto Spoldi, Paolo Dell’Anno, David Brunelli, Giovanna Lucente Corrias, Francesco Ciotti e Antonio Giannini.
Il ‘precedente’ Quello sulle condizioni di lavoro all’interno dell’inceneritore di Maratta non è l’unico procedimento riguardante le attività di Asm. Lo scorso 15 gennaio il collegio del tribunale di Terni ha emesso la sentenza relativa al processo ‘principale’ – basato su presunti reati ambientali e casi di mobbing – che riguardava venti imputati, otto dei quali coinvolti nel procedimento in questione.
Parti civili Nel procedimento figurano come parti civili i familiari degli addetti deceduti e gli altri che nel tempo sono stati colpiti da patologie tumorali: a rappresentarli ci sono gli avvocati Dino Parroni e Cristina Rinaldi.