Nell’ultima udienza, lo scorso 24 novembre, il pm Barbara Mazzullo aveva chiesto sette condanne da quattro anni a tre anni e due mesi. Il tribunale ha però dichiarato la prescrizione del reato – corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio – contestato a tutti gli imputati. Si è chiuso così il processo relativo ad un presunto giro di mazzette attorno ai lavori di ristrutturazione di alcuni beni culturali del ternano come l’ex monastero delle Orsoline e la chiesa di San Francesco a Calvi dell’Umbria, la Porta Ternana a Narni e il museo delle armi di Terni.
La sentenza La vicenda era emersa nel 2008, con tanto di arresti – tre funzionari della Soprintendenza per i beni culturali dell’Umbria e uno dei soci dell’impresa esecutrice degli interventi, la Olimpo Srl di Roma – in seguito alle indagini condotte dall’allora procuratore Fausto Cardella e dalla guardia di finanza. Prescritti quindi i reati ipotizzati nei confronti di Orazio Baldoni e Vincenzo Angeletti Latini (entrambi funzionari delle belle arti di stanza rispettivamente a Perugia e a Roma), Raffaele Davanzo (responsabile, al tempo, della sede distaccata di Orvieto della soprintendenza), Maurizio Giorgi (Olimpo Srl), Antonio Antonelli (amministratore tecnico e socio della Olimpo), Giovanni Bianchi e Giuseppe Calleri (entrambi operanti nell’azienda con ruoli diversi). Nei confronti dell’azienda Olimpo, responsabile civile nell’ambito del procedimento, il collegio giudicante ha disposto una sanzione di circa 50 mila euro e l’interdizione per un anno dalla partecipazione a gare pubbliche.