Un peso portato avanti per quasi tredici anni, rappresentato da un’accusa infamante: quella di aver minacciato con un fucile e poi violentato una donna rumena, contattata per fare da badante a lui e alla madre. Era il 2003 e l’uomo – l’82enne ternano Ottavio Consorti – era finito prima in carcere e poi alla sbarra sulla base della denuncia sporta dalla donna.
Riabilitato Dopo l’assoluzione in primo grado da parte del tribunale di Terni in composizione collegiale, ieri è arrivata anche quella della Corte di appello di Perugia che ha messo fine al suo lungo e doloroso incubo. Di fronte a quest’ultima ci si era arrivati per volontà dell’accusa che aveva chiesto una condanna a sei anni di reclusione. Una testi smontata dal legale difensore dell’anziano – l’avvocato Stefano Colalelli del foro di Terni – e quindi dalla sentenza emessa dai giudici dell’appello. L’accusatrice non si è mai costituita parte civile, disinteressandosi completamente del procedimento da lei stessa avviato e rendendosi, di fatto, irreperibile.