di F.T.
Dopo lโabbattimento della palazzina ex spogliatoi datato fine gennaio – a ristrutturazione iniziata si รจ preso atto che la struttura era gravemente compromessa – il cantiere del parco di Cardeto รจ di nuovo precipitato in una fase di completo stallo. Bloccato. E le nubi che si intravedono allโorizzonte non lasciano troppo spazio alle speranze.
Stallo Di fatto, dopo la demolizione dellโedificio destinato, un giorno, ad ospitare il ristorante del parco, nessunโaltra operazione รจ stata compiuta allโinterno dellโarea verde chiusa da tre anni. E sul destino della tribolata operazione di recupero, impostato dal Comune e dalla Ciam attraverso la societร โParco Cardetoโ, pesa la mancata erogazione, da parte del Credito sportivo Coni, di un finanziamento di oltre un milione di euro.
Nessuna erogazione Un finanziamento, legato agli stati di avanzamento del cantiere e allโimpiantistica sportiva da rimettere a nuovo, che sarebbe stato avallato giร dallo scorso autunno ma che – e il motivo sfugge anche ai piรน informati – il Credito sportivo non ha ancora erogato.
Lo spettro Il rischio รจ che senza quei soldi, senza tanti giri, tutto si blocchi e vada a monte. Una conclusione che tanto il Comune quanto il soggetto attuatore vorrebbero scongiurare. Ma il timore che quel cantiere, che ha giร messo a dura prova la pazienza dei residentiย del quartiere, possa fermarsi definitivamenteย รจ concreto. E a quel punto per rimetterlo in moto servirร uno sforzo – burocratico, politico e di idee – titanico.
Uscita di scena Vanno sempre in questo senso le voci che vedono ormai fuori di scena una delle figure di riferimento della Ciam in ambito aziendale, e piรน specificamente della parte tecnica del cantiere, ormai โfuori giocoโ per scelta propria. Anche in questo caso ci sarebbe sotto una questione di compensi arretrati, risolta evidentemente in maniera radicale.
Cosa (non) cโรจ Al momento allโinterno del parco risultano completati, pur senza finiture, la copertura dei campi da tennis, la tribuna e gli spogliatoi del campo di calcetto e gli spogliatoio dei campi da tennis. Manca tutto il resto, a partire dai percorsi e dal verde la cui manutenzione, storicamente, ha sempre rappresentato lo spauracchio – dal punto di vista dei costi – nella gestione del parco.