Una ‘spinta’ da 11 milioni, 854 mila e 230 euro. A tanto ammonta il finanziamento deciso dalla giunta regionale per il completamento della ricostruzione post terremoto 1997 dei comuni interessati: gli interventi di ripristino riguardano gli edifici compresi nelle U.M.I. di fascia ‘n’ – ossia prive delle priorità previste in quanto non abitate al momento del sisma – dei soli P.I.R., nel cui ambito territoriale risultano, al 31 dicembre 2015, almeno quindici residenti o almeno cinque attività produttive.
I comuni coinvolti sono Assisi, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Cerreto di Spoleto, Foligno, Fossato di Vico, Giano dell’Umbria, Gualdo Tadino, Gubbio, Nocera Umbra, Preci, Sellano, Spello, Spoleto, Trevi, Vallo di Nera e Valtopina.
Importanza strategica «La fascia ‘n’ – ha spiegato la presidente Marini – non aveva trovato sino ad ora un’organica fonte di finanziamento ma il ripristino degli immobili danneggiati dal sisma compresi in questa fascia ha un’indubbia importanza strategica ai fini della conclusione del processo di ricostruzione se si considera che, attualmente, all’interno dei nuclei oggetto dei 188 P.I.R. approvati dalla giunta regionale, queste U.M.I. rappresentano, una volta finanziate le fasce prioritarie, gli unici agglomerati immobiliari non riparati. Proprio in virtù dello stato attuale della ricostruzione, decisamente avviata alla conclusione, oggi si concretizzano i presupposti economici per poter programmare il finanziamento, almeno in parte, di tali interventi».
L’obiettivo ha specificato la Marini è quello di «completare il recupero edilizio, architettonico, sociale ed economico dei centri oggetto dei programmi integrati di recupero compatibilmente, come detto, con le attuali disponibilità finanziarie».
Le esclusioni Il finanziamento non riguarda gli immobili compresi nelle fasce ‘n’ all’interno dei P.I.R. già riparati o in corso di riparazione a spese del proprietario poiché, dovendo tener conto dell’esiguità delle risorse disponibili, il rimborso delle somme anticipate per lavori già eseguiti o in corso di esecuzione non risulta funzionale al recupero dei centri oggetto dei P.I.R. quanto la realizzazione di nuovi interventi di recupero. Esclusi dal contributo – a causa della limitatezza dei fondi – gli interventi relativi ad edifici in cui il proprietario al momento del sisma o i suoi aventi causa hanno ottenuto un contributo per la riparazione dei danni a seguito degli eventi sismici del 1997 e successivi o sono stati dichiarati decaduti dal relativo beneficio. Privilegio agli edifici il cui ripristino determini il completamento del P.I.R..
Ulteriori criteri per l’individuazione degli immobili interessati dal finanziamento derivano dalla destinazione dell’immobile, abitativa o produttiva, e dalle condizioni particolarmente gravi dell’edificio, anche in relazione allo stato dei luoghi: si ritiene così di dover preferire, il fabbricato oggetto di ordinanza di sgombero, specie quando le condizioni di instabilità pregiudichino o mettano in pericolo l’utilizzo di immobili adiacenti ristrutturati o la circolazione stradale e pedonale sulla pubblica via, e l’immobile oggetto di opere di messa in sicurezza, in particolare quando queste ostacolino o rendano difficoltosi in modo sensibile la circolazione stradale o pedonale sulla pubblica via o l’utilizzo di fabbricati adiacenti già ripristinati a seguito del sisma.
Ambiente urbano Una preferenza è riconosciuta a coloro che si impegnano a realizzare anche finiture esterne ed interne dell’edificio, con lo scopo di assicurare il decoro dell’ambiente urbano o a trasferire la propria residenza nell’edificio recuperato entro 60 giorni dalla fine lavori e per un periodo minimo di due anni; oppure a stipulare un contratto di locazione a canone concordato per tre anni decorrenti dalla data della fine dei lavori.