di F.T.
Sandro Bellini, il 53enne ternano per il cui omicidio è finito in carcere il 44enne operaio ucraino Andriy Halan, è stato ucciso da «multipli colpi alla testa inferti con notevole violenza, mediante uno o più strumenti anelastici, dotati di discreto peso specifico e massa». La conferma di quanto apparso già chiaro ad un primo esame esterno del corpo dell’uomo – ovvero che si sia trattato di un omicidio – arriva dalla relazione definitiva dell’autopsia eseguita dal medico legale Sara Gioia su incarico del pm Tullio Cicoria, titolare dell’indagine.

«Omicidio» La morte di Sandro Bellini sarebbe avvenuta «dai sette ai quattordici giorni prima del 29 maggio» – la data del ritrovamento del cadavere dell’uomo nelle acque del fiume Velino, fra Marmore e Greccio – e quindi in un arco temporale pienamente compatibile con la denuncia della sua scomparsa, datata 18 maggio. Il decesso del 53enne, scrive la dottoressa incaricata dalla procura, «è stata determinata da uno sfacelo cranio-encefalico di natura omicidiaria. L’esame cadaverico esterno e quello autoptico – si legge nella perizia – hanno infatti dimostrato la presenza di multiple ferite lacero contuse profonde del capo con sottostanti multiple fratture della volta cranica, anteriormente, e della base cranica anteriore con conseguente sfacelo encefalico».

Picchiato? Il dubbio che prima di essere ucciso, abbia avuto una colluttazione con il suo assassino, emerge dagli ematomi «di tipo contusivo» rilevati sul lato destro del volto: occhio, zigomo e mandibola. Un’aggressione che, secondo il medico legale, non sarebbe avvenuta all’interno dell’abitacolo dell’auto del 53enne, la Chevrolet Kalos poi ritrovata in fiamme nei boschi di Marmore. Difatti, scrive Sara Gioia, «l’importante lesività rilevata sul cadavere di Sandro Bellini, provocata con notevole violenza, sembrerebbe scarsamente compatibile con un’aggressione avvenuta all’interno dell’abitacolo di un’automobile, sebbene tale evenienza non possa essere esclusa, non conoscendo la scrivente l’eventuale strumento o strumenti con cui la lesività è stata procurata e non conoscendo lo stato dell’abitacolo dell’automobile».

Processo vicino Nei giorni scorsi il tribunale di Terni, accogliendo la richiesta formulata dal pm Cicoria, ha fissato per il prossimo 8 novembre il giudizio immediato di fronte alla corte di assise per Andriy Halan, accusato di omicidio volontario e dell’incendio dell’auto di Sandro Bellini. Nel procedimento figura come parte offesa la sorella della vittima, Claudia, assistita dall’avvocato Renato Chiaranti. Da lei giunge, come già all’atto dell’arresto, una sola richiesta: «Che venga fatta giustizia». Non è escluso che il legale difensore del 44enne ucraino, l’avvocato Bruno Capaldini, chieda per il suo assistito il giudizio abbreviato. In questo caso il processo tornerebbe di fronte al gup e verrebbe celebrato in camera di consiglio, ovvero a porte chiuse.