Si riunirà il 18 novembre la commissione giudicatrice delle domande pervenute con riferimento alla procedura di bando pubblico concorso per l’assegnazione di box liberi presso il mercato comunale di Terni a largo Manni.
Solo in tre Ma per gli addetti ai lavori non sarà un’operazione lunga. Ad oggi, infatti, le manifestazioni d’interesse – potevano essere presentate dagli interessati dal 10 settembre al 31 ottobre – sono state solamente 3. «Il 18 provvederemo all’apertura delle buste e di conseguenza all’assegnazione dei box – fanno sapere dal Comune -, ma ovviamente, rispettando la graduatoria, saranno accettate anche le eventuali domande che verranno presentate fuori dai termini del bando».
La procedura di miglioria Prima di procedere al bando aperto a tutti, il Comune di Terni aveva dovuto attivare una procedura di miglioria riferita a quei box rispetto ai quali la medesima non era stata ancora disposta e consisteva nella possibilità per i titolari di concessione, presso il medesimo mercato, di scambiare il box occupato con quello libero. Le relative domande potevano essere presentate dal 4 al 13 giugno 2016. L’unica domanda ricevuta dal Comune era stata, però, dichiarata irricevibile. Conclusa la procedura di miglioria, propedeutica a quella di bando, prevista dalle normative, si è potuto procedere con il bando aperto a tutti.
Le polemiche Sul mercato comunale, nel tempo, non sono mancate le polemiche. A marzo, infatti, Forza Italia aveva registrato una serie di lamentele da parte degli operatori di largo Manni. «Seppur con differenti sfumature – avevano detto – , il messaggio è univoco: l’amministrazione comunale è manchevole di numerose promesse fatte durante il trasloco che liberò la struttura di vetro e acciaio di piazza del Mercato. La nuova sede del mercato coperto si sta, pian piano, svuotando di attività , sogni e speranze, come se volesse assurgere ad emblema della crisi economica sempre più profonda dove Terni è vittima ed i carnefici sono molti». I motivi dello svuotamento del mercato, attaccava Forza Italia, «sono frutto di tutta una serie di errori legati alla pianificazione, al marketing, all’assoluta mancanza di manutenzione degli spazi attigui al mercato e non solo».