Aveva ‘disturbato’ i progetti della ‘ndrangheta, che voleva fare affari con la ricostruzione dei comuni emiliani colpiti dal terremoto. E così l’attuale prefetto di Perugia, Antonella De Miro – che prima era a Reggio Emilia – era finita nel mirino dei malavitosi.
Gli appalti I soldi che si potevano fare con gli appalti facevano gola al clan Grande-Aracri e, alla ricerca di ‘entrature’, avevano cercato possibili agganci a tutti i livelli – nelle amministrazioni locali e pure nei ministeri romani – ma Antonella De Miro si era messa di traverso.
Le direttive Nel 2012, per esempio, aveva dato direttive precise alle forze dell’ordine in riferimento ad alcune persone, alle quali aveva fatto togliere il porto d’armi e la cosa non era piaciuta. I carabinieri, che tenevano sotto controllo i telefoni, registrarono la preoccupazione dei boss per come si stava muovendo il prefetto De Mirom che era diventata un problema.
L’inchiesta Il procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso, che guida la Dda dell’Emilia Romagna, dice che «l’allora prefetto di Reggio Emilia il suo dovere l’ha fatto. Comunque ora ci sono gli atti dell’inchiesta, non si tratta più delle nostre relazioni annuali. Sono fatti, non parole. Siamo a un punto di svolta. Le istituzioni leggano gli atti, così potranno capire quali sono le fragilità e le criticità del sistema».