di S.F.

Una battaglia di carte, ricerche, annunci, repliche e smentite. Non si placa a Terni la polemica tra il coordinamento ‘No acquedotto per la difesa del Nera’, il Servizio idrigo integrato e l’Arpa sull’opera Scheggino-Pentima: il comitato di Franco Coppoli torna all’attacco dopo i recenti botta e risposta, tirando fuori dal cilindro nuovi documenti e ‘minacciando’ di muoversi con un altro esposto. Mirino sulla ex discarica – anni ’80 – in località Renare: «Pozzi costruiti sopra il sito e pericolo contaminazione. Uno scandalo».
IL SII: «ACQUEDOTTO, AMBIENTE IN SALVO»

Il pensiero di esposto e la discarica Pezzo ‘forte’ del nuovo punto d’attacco del comitato è riferito a dei documenti risalenti – il primo dei tre mostrati – a trentasei anni fa: «Hanno costruito i pozzi sopra una ex discarica e non ne hanno mai parlato. Abbiamo trovato delle delibere di giunta di Ferentillo che invece ne accertano l’esistenza: fu aperta quantomeno dal luglio 1981 al 1988, guarda caso né nel progetto né nei documenti Arpa appare mai. La verità è questa, uno scandalo: pozzi sopra una discarica di rifiuti solidi urbani. In merito stiamo pensando di fare un nuovo – l’avvocato coinvolto è sempre Valeria Passeri – esposto: i geologi ascoltati ci hanno tutti confermato che c’è pericolo di contaminazione».

I documenti A difesa della sua tesi, Coppoli ha mostrato una delibera del 21 luglio 1981 – dove viene specificato che le due buche in località ‘Biada’ provocavano fastidio agli abitanti di Sambucheto per l’odore e, dopo la protesta, fu deciso di smaltire i rifiuti in zona ‘Le Renare del Monte’ con la realizzazione di un’altra buca -, una del 3 maggio 1985 e, l’ultima, datata 31 dicembre 1988, nella quale viene sancita la liquidazione al comune di Terni di oltre 3 milioni di lire per l’espletamento del servizio di smaltimento.
ACQUEDOTTO, DENUNCIA E APPALTO: «BLOCCARE TUTTO»

La variazione Altra questione sulla quale preme il comitato è legata ad una modifica del progetto del Sii: «L’acquedotto – ha proseguito Coppoli – non ha acqua visto che hanno richiesto una variante del progetto in quanto due pozzi di Terria non ne hanno. Parlano tanto di relazioni e di impatto sull’ambiente, e poi si smentiscono da soli sulle correttezze tecniche: non è altro che una devastazione del territorio con un ‘serpente’ di 34 chilometri e che prende una risorsa idrica che dovremmo lasciare per le future generazioni. Ci avevano detto che l’acqua c’era con tanto di ricerche del Cnr, invece hanno fatto un buco nella sabbia. Non vorrei fosse uno strategia per scavare più pozzi e attingere maggior quantità d’acqua, oltretutto è folle che dicano che sarà migliorata la qualità. Sono inattendibili». Il dubbio del comitato è riferito anche a un carattere puramente economico: «Hanno detto che si impegnano a riparare le perdite dell’acquedotto, ma con quali soldi?».
La denuncia sull’appalto Per un possibile esposto in via di sviluppo, ce n’è un altro già partito e sul quale il comitato ha molta fiducia: «Le indagini stanno andando avanti, attendiamo con attesa e speranza i risultati della magistratura. Non ci fu nessuna gara d’appalto, siamo fiduciosi affinché arrivino a chiedere lo stop. Un’opera ‘magna magna’: attaccano il territorio per profitti privati. Ricordiamo che l’opera, nefasta, la paghiamo noi come utenti: i soldi dovrebbero servire a sanare le troppe perdite dell’acquedotto, senza saccheggiare la Valnerina. Per questi motivi venerdì, alle 15, ci sarà una manifestazione a Ferentillo per chiedere lo stop». Palla al Sii e all’Arpa per – inevitabile il prosieguo della querelle – la replica.