Che la faccenda del riequilibrio del bilancio comunale, a Terni, non sarebbe stata una passeggiata di salute, era chiaro come il sole. Ma che poi rischiasse di diventare una specie di calvario, forse, non era proprio previsto.
Altri debiti Perché lo stesso studio legale che un mesetto fa aveva mandato a dire al Comune che Acea Ambiente Srl vantava un credito di 2.852.121,99 euro per i quali pendeva un decreto ingiuntivo – esecutivo – emesso dal tribunale di Terni a fine 2016 e legato a crediti maturati dall’ex S.A.O. Servizi Ambientali Orvieto Srl.; adesso è tornato a bussare al portone di palazzo Spada. E a chiedere altri 364 mila euro e spicci, sempre per conto di Acea Ambiente Srl.
La richiesta Lo studio legale Festa, infatti, scrive che « seguito del ricorso, da parte del Comune, alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale con atto del Consiglio Comunale del 28.12.2016, è interesse della mia cliente sapere se il piano è stato deliberato e trasmesso alla Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti e alla Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti locali. Vi invito, quindi, a trasmettermi precise e tempestive notizie in merito, con riserva di richiesta di accesso agli atti». Perché, viene spiegato nella missiva, «proprio al fine di assicurare il prefissato graduale riequilibrio finanziario, il Comune è tenuto ad assicurare la copertura dei costi della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con i proventi della relativa tariffa. È evidente, quindi, che per i servizi di smaltimento RSU successivi al 28.12.2016 il Comune debba coprire il costo per tutta la durata del piano di riequilibrio».
Fatture inevase Secondo lo studio legale «risultano insolute e scadute, ad oggi, successivamente alla data del 28.12.2016, le fatture di seguito indicate: n. 10507 del 13.02.2017 dell’importo di € 113.863,00; n. 10538 del 14.02.2017 dell’importo di € 95.960,67; n. 10570 del 16.02.2017 dell’importo di € 154.873,52 (il totale fa 364.697,19 euro; ndr). Vi diffido, quindi, a provvedere al pagamento dell’importo suddetto entro 7 giorni dal ricevimento della presente, avvertendo, che, in difetto, la mia cliente mi ha già conferito mandato per adire la competente Autorità Giudiziaria».
«Servizio non interrompibile» L’ultimo paragrafo della lettera è, forse, il più inquietante: «Acea Ambiente Srl svolge, in vostro favore – scrive lo studio legale al Comune di Terni – un servizio di pubblica utilità che non può essere interrotto, e che ove non provvediate al pagamento dei crediti correnti la mia cliente subirà dei danni ingenti alla propria attività e al proprio equilibrio finanziario. Peraltro, il rispetto del pagamento delle passività correnti è una condizione per la legittimità e la corretta esecuzione del piano di equilibrio finanziario, e quindi, in caso di persistente inadempimento dell’Ente, Acea Ambiente Srl si vedrà costretta a sottoporre la vicenda alla Corte dei Conti, tenuta a vigilare sull’esecuzione del piano».