Terni: «L’acquedotto bloccherà la Cascata»

Confermato che il Sii vorrebbe farlo passare nel piazzale del belvedere inferiore, ma il Comune starebbe tentando di fare resistenza: battaglia di cavilli in vista

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Il belvedere a rischio

La faccenda sta già impazzando sui social network: tutto per una foto  (quella a sinistra) che è stata pubblicata su Facebook da un ‘addetto ai lavori’, accompagnata da questa frase tutt’altro che sibillina: «Il piazzale del belvedere inferiore della Cascata delle Marmore potrebbe essere “tagliato in due” dal passaggio di un acquedotto… (la freccia indica il segno di vernice che ne dovrebbe tracciare il percorso)».

Piazzale Byron

L’acquedotto L’opera in questione è quella progetta dal Servizio Idrico Integrato – molto controversa e contestata – che dovrebbe portare l’acqua da Terria a Terni – proprio martedì se ne è parlato in consiglio comunale – e la cosa che viene evidenziata ora è che il ‘tubo’ dovrebbe passare proprio nel bel mezzo del piazzale Byron, quello dal quale si può ammirare frontalmente l’intero sviluppo della cascata.

I dubbi L’assessore Stefano Bucari è a Roma, al Mise, a rappresentare il Comune nella trattativa-Novelli e non è raggiungibile, ma Federico Nannurelli, funzionario comunale, replica su Facebook: «Intanto nessuno potrà occupare gli spazi e realizzare opere in questa stagione turistica e comunque sono stati posti formalmente tutti gli elementi di garanzia possibili»; mentre Thomas De Luca, consigliere comunale del M5S ribadisce: «Il progetto dell’acquedotto prevede il passaggio dentro piazzale Byron».

Il progetto La cosa era stata prevista già nel 2015, tanto che la giunta comunale aveva deliberato di approvare il progetto del Sii, mettendo però una limitazione: «Ai fini dell’occupazione degli spazi pubblici ricadenti nell’area turistica e naturalistica della Cascata delle Marmore, il Sii dovrà richiedere ed ottenere un successivo provvedimento prescrittivo».

LA DELIBERA DI GIUNTA DEL 2015

Gli oppositori al progetto

Nessun provvedimento Che «non è stato emanato – ha spiegato ancora Nannurelli su Facebook – perché non ci sono i presupposti. Manca l’istanza del soggetto attuatore delle opere, il cronoprogramma dettagliato, un piano logistico, uno studio delle interferenze, una valutazione dei rischi interferenti, il DUVRI (Documento unico per la valutazione dei rischi da interferenze; ndr) e il suo aggiornamento e coordinamento, mancano i dettagli esecutivi e il pagamento degli indennizzi. È stato comunicato che in mancanza non solo non si può passare ma nemmeno si possono fare tracciamenti». De Luca ha fatto presente che il Sii ha chiesto all’Ati4 di intervenire per dirimere la controversia che starebbe sorgendo con il Comune e la risposta di Nannurelli è stata lapidaria: «Perché non hanno impugnato l’atto? Possono fare ben poco credimi. Ma sono questioni che verranno affrontate sul piano amministrativo».

Querelle in arrivo Ma siccome l’opera prevista dal Sii – pozzi, serbatoi, 23 chilometri di tubature e tutto l’ambardan necessario – prevede un investimento di 17 milioni e mezzo, di cui 14 e mezzo coperti dalla Regione Umbria, mentre il resto sarà a carico dei cittadini; che i lavori sono già stati affidati a Umbriadue scarl (Seven Trent Italia, oggi del gruppo Acea) e pure subappaltati ad altre otto imprese, appare chiaro che tra Comune e Sii la questione non finirà in maniera pacifica.

 

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