Il prossimo novembre saranno trascorsi dieci anni eppure, se la città sembra essersi lasciata alle spalle una triste pagina di storia, il richiamo di quella villetta, in via della Pergola, sembra essere ancora molto forte per qualcuno.

La vicenda Capita così che un lunedì mattina qualsiasi un nutrito gruppo di stranieri, forse americani in gita nel capoluogo, dopo le foto di rito davanti all’Università per Stranieri decida di allungare il tour di qualche metro. Attraversa il campetto da basket vuoto per via del caldo e si ritrova lì, non certo per caso, proprio dove dieci anni fa si è consumato uno dei delitti più efferati che Perugia abbia mai conosciuto. Da quella maledetta notte di Halloween la città non sarà più la stessa per un lungo periodo. Telecamere di tutto il mondo puntate su una piccola cittadina di provincia dove, dopo una festa, è possibile morire accoltellati. E oggi, nonostante gli anni passati, l’attrazione per la villetta dove venne uccisa Meredith Kercher resta. E il turismo dell’orrore e del macabro porta gli stranieri a radunarsi davanti a quella casa e a scattare foto e selfie.

Voltare pagina Se Perugia, negli anni, ha cercato di voltare pagina anche grazie alla riqualificazione di piazza Grimana, con l’installazione dei vecchi lampioni e la creazione di un camminamento davanti a palazzo Grossi, evidentemente per gli stranieri il richiamo a quella vicenda è ancora troppo forte. Non importa che sull’omicidio della studentessa inglese anche la giustizia italiana abbia messo il punto finale, con l’unico condannato, Rudy Guede, che sta scontando la pena in carcere, in una vicenda che ha visto ribaltare la verità giudiziaria più e più volte. Come in una sorta di pellegrinaggio dell’orrore e del macabro, agli occhi dei turisti che si recano lì a scattare una foto quella villetta rappresenta una pagina che non si è mai chiusa.
La casa dell’orrore Per tutti questi anni, infatti, la casa che fu di Meredith e Amanda, ha continuato a far parlare di sé, come quando, nel 2013, i nuovi inquilini furono intossicati dal monossido dopo una grigliata in casa o, prima di essere venduta ai nuovi proprietari, fu lo stesso Raffaele Sollecito, nel 2014, ad accompagnare la sua nuova fiamma a vedere la casa più famosa d’Italia e d’America.