di Maria Cristina Garofalo
Presidente dell’associazione Papigno Pesche
Lo abbiamo segnalato per un anno al tavolo del “famoso” Patto di Solidarietà, inascoltati. Abbiamo scritto più articoli di denuncia, ma il Comune fa orecchie da mercante. Abbiamo telefonato all’help desk “Strade Sicure” (che finora ci sembrava l’unico servizio serio ed efficiente), ma dopo varie prese in carico da parte di disponibili e responsabili operatori comunali, purtroppo la pratica arriva sul tavolo del “funzionario”, e lì come al solito, muore.
Come già successo per la reiterata segnalazione di assenza di acqua fluviale per le fontane di Via Pisacane e Piazzetta Amendola che alimentano gli orti e sono da più di un anno a secco; ora è la volta dei tubi del parcheggio che ci permettevano di far vivere lecci, lavande e arbusti messi a dimora nel 2011 grazie alla Circoscrizione Est.
Sono semplicemente otturati e manca una semplice chiavetta di apertura flusso (costo 1 euro?!?!…), ma il Comune , a detta del solito, noto, “funzionario”, non può intervenire, perchè, ci fa sapere, “i tubi sono privati e l’acqua di fluviale non è competenza comunale” (e non ci dice comunque di chi dovrebbe essere….). In un caso o nell’altro ostruzionismo totale, forse a causa della nostra cronica ed ostinata mancanza di sponsor politici…
Guarda caso gli unici punti in cui l’acqua fluviale non viene e nessuno può intervenire sono quelli che alimentano gli orti e gli spazi verdi pubblici.
Per innaffiare le pesche e farle sopravvivere a questa siccità, ora che sono cariche di frutti, facciamo slalom di tubi attaccandoci ad altri rubinetti che alimentano altri orti più in basso, ma la pressione, ovviamente è ridicola e discontinua.
I persichi più anziani sono già stati attaccati da parassiti. Li stiamo faticosamente curando, ma anche lavarne le cortecce, come ci ha raccomandato di fare il carabiniere forestale che le ha visitate, diventa un’impresa. I frutti ancora verdi cadono.
Il Comune di Terni, grazie al suo zelante funzionario (pure molto attivo e presente, anche aldilà delle competenze, se c’è da raccogliere meriti per le Giornate FAI) sta facendo morire coscientemente e consapevolmente l’ultimo baluardo della storia del paese, il suo simbolo, la forza della sua volontà di riscatto.
Il parcheggio di Papigno dopo 5 anni ha assunto quasi in aspetto dignitoso, grazie alle nostre piante, e la lavanda è in piena fioritura. Moriranno anche loro perchè il Comune non sa di chi siano i tubi, di chi la competenza dell’acqua fluviale e, soprattutto, ha ancora il dente avvelenato con la Circoscrizione Est che all’epoca ci sostenne e fece l’impianto d’irrigazione al parcheggio, creando successivi problemi di “identità” ai funzionari zelanti….ma solo con noi!!!