Assemblea infuocata – e non per via delle temperature tropicali – e affollatissima, lunedì pomeriggio, per il consiglio comunale. Ad eccezione della giunta, però. Presenti, sugli spalti, i rappresentanti dell’Omphalos e anche le educatrici degli asili nido che da settimane portano avanti un braccio di ferro con l’amministrazione Romizi. Bollenti i temi all’ordine del giorno: patrocini dati, come quello alla Massoneria, e ritirati, come al pride village, asili nido e mancate trascrizioni.
Asili nido Mobilità interna, carenza di risorse e, soprattutto, gravissimi ritardi. Quelli con cui si dovrà fare i conti – o, almeno, li dovranno fare le famiglie – per e iscrizioni agli asili nido comunali. Sul tema è stata discussa un’interrogazione urgente promossa dal gruppo Pd e illustrata in aula dalla consigliera Sarah Bistocchi. «Un tempo quello degli asili nido era uno dei fiori all’occhiello della città, un servizio essenziale e pubblico di cui non c’è bisogno di ricordare la fondamentale importanza. Oggi ci troviamo davanti a dei ritardi ingiustificati che non consentiranno alle famiglie di organizzarsi».
Iscrizioni Dopo settimane di attesa, infatti, mentre negli altri comuni le graduatorie sono già uscite, sul sito internet del comune da qualche giorno sono comparse le scadenze per le iscrizioni. Ci saranno appena 20 giorni di tempo, dal 6 luglio al 26, per poter fare domanda «solo ed esclusivamente per via telematica». Un tentativo di distruggere un servizio pubblico essenziale, commentano le educatrici che, davanti all’assenza – l’ennesima – del sindaco Romizi e di parte della giunta, mentre in consiglio è scoppiato il caos, hanno iniziato ad urlare «Vergogna, buffoni». Intanto per la giornata del 3 luglio è previsto lo sciopero già anticipato dai sindacati: braccia incrociate per l’intera giornata.
Trascrizione negata Una brutta figura per la città e per le famiglie. Come, un’altra, secondo il consigliere Bori, è stata fatta nei giorni scorsi sempre dal sindaco Romizi che ha rifiutato di trascrivere l’atto di nascita di un bambino di sei mesi nato in Spagna e figlio di due mamme di origine perugina. «Un bambino indifeso, di appena sei mesi, lasciato senza identità – ha affermato Tommaso Bori discutendo l’interrogazione – e bloccato in Spagna assieme a due nostre concittadine. E’ triste sapere che oggi Perugia, un tempo all’avanguardia in tema di diritti civili, finisce sulla stampa nazionale solo per scelte che risultano vergognose e incomprensibili».
Motivazioni Se, dal canto suo, l’amministrazione si era giustificata affermando che, per motivi di ordine pubblico, la normativa vigente non disciplina le trascrizioni riguardanti i figli di genitori dello stesso sesso e che, dopo aver chiesto un parere alla prefettura, si era conformata al parere espresso, secondo il consigliere Bori «sarebbe stato un atto legittimo almeno trascrivere l’atto in parte, permettendo così a questo bambino di poter tornare in Italia. Questa è stata una scelta amministrativa ma anche politica, scellerata e incomprensibile, oltre che un unicum in Italia».
Romizi assenteista Visti i temi scottanti, come non hanno mancato di far notare i consiglieri d’opposizione, Pd e M5S, il sindaco però non si è presentato neanche lunedì e mentre ha potuto contare sull’appoggio dei consiglieri di maggioranza, non sono mancate polemiche da parte dell’opposizione. «Forse è a L’Aquila a festeggiare col neo sindaco» commenta qualcuno. «Romizi c’è solo quando bisogna ritirare i patrocini o negare le trascrizioni – ha affermato Bori – mentre è assente, come gran parte della giunta, quando bisogna rispondere di precise scelte politiche. Non c’è mai quando bisogna dare risposte alla città, alle famiglie in difficoltà, alle lavoratrici dei servizi essenziali».