Adesso la grana rischia di diventare un’autentica bomba sociale. Perché la Punto Services – non solo si è aggiudicata (grazie ad un’offerta al massimo ribasso) l’appalto per le pulizie degli uffici del Comune di Terni, da palazzo Spada, al ‘pentagono’, fino all’ex Cmm – ma ha anche fatto sapere che «Da colloqui avuti con il personale indicato dalla ditta uscente e da riscontri obiettivi in situ è stato possibile verificare alcune anomalie che rendono impossibile procedere all’assunzione del corpo maestranze nella sua totalità».
Le irregolarità In particolare, ha scritto Punto Services al Comune, alla Colser che era la precedente titolare dell’appalto, all’Ispettorato del lavoro ed ai sindacati, «non ci risultano evidenze contrattuali o di altro tipo circa l’assunzione di alcuni dipendenti, la sede lavorativa e le ore da dedicare per ciascuna struttura. Ci risulta, inoltre, che alcune delle maestranze non siano state impiegate direttamente sul cantiere per cui è subentro se non dei tutto saltuariamente (ciò vale solo per alcune di loro). Allo stato, non ci sarà possibile procedere all’assunzione del personale nella sua interezza e alcuni lavoratori resteranno in carico alla ditta uscente per proseguire con la medesima nel rapporto di lavoro».
La Cgil In attesa di capire – numeri alla mano – di cosa si parli, «la Camera del lavoro di Terni e le categorie interessate denunciano con preoccupazione quanto si sta verificando nel mondo degli appalti a partire dal comparto pubblico. La pratica del massimo ribasso utilizzato nell’aggiudicazione degli appalti sta demolendo ogni forma di tutela economica e lavorativa per le persone interessate. La vicenda riguardante l’appalto del pulimento degli spazi comunali, è la testimonianza diretta di questa inaccettabile deriva. Viene aggiudicato l’appalto alla Punto Service, con un ribasso del 60% per sei mesi, e 23 lavoratrici e 1 lavoratore vedono decurtati i loro salari già irrisori, mentre non vengono considerate forme temporanee di sostegno economico per le lavoratrici penalizzate, con una operazione di riduzione delle ore lavorative prima e della metratura poi».
I lavoratori Questa vicenda, dice la Cgil, «si somma alla criticità già in essere che coinvolgono le operatrici esterne impegnate nelle scuole dell’infanzia e i lavoratori delle cooperative sociali di tipo B. Un quadro che evidenzia come il taglio nei bilanci comunali vanga di fatto pagato dai più deboli, aggravando in modo preoccupante la situazione di fasce sociali per molti versi già emarginate e povere. Abbiamo da tempo denunciato come inaccettabile una procedura di riequilibrio economico che taglia servizi ai cittadini e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Un metodo privo del confronto necessario con le organizzazioni sindacali e che realizza di fatto un’operazione di ‘macelleria sociale’. Chiediamo che si attivi un confronto urgente con l’Amministrazione Comunale di Terni per evitare che al pesante disagio si aggiungano ulteriori elementi di crisi non più tollerabili».
Il M5S Thomas De Luca, capogruppo del M5S racconta: «Ho passato messa giornata negli uffici comunali per cercare di capire come siano andate le cose e quali potranno essere le conseguenze per i lavoratori. Stiamo verificando che le procedure di assegnazione dell’appalto siano in regola, ma di sicuro non è accettabile che il risparmio che il Comune realizzerà con questo cambio di fornitore del servizio venga di fatto scaricato sulle spalle dei lavoratori».