Welfare in Umbria: «Pronti 55 milioni»

L’assessore Barberini: «Definiti con quasi tutti i comuni gli accordi di collaborazione e la ripartizione dei fondi nelle varie zone sociali»

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«Sono stati definiti anche con i comuni di Terni, Spoleto e Gubbio, capofila delle rispettive zone sociali, gli accordi di collaborazione con la Regione Umbria che consentiranno l’attuazione, nei vari territori, di servizi innovativi nel settore del welfare, attraverso l’utilizzo di fondi europei del Por Fse 2014-2020, per la prima volta dedicati a interventi per l’inclusione sociale e la lotta alla povertà». L’annuncio viene dall’assessore regionale Luca Barberini.

Luca Barberini

La ripartizione In particolare, spiega Barberini, «al comune di Terni (capofila zona sociale 10) sono stati assegnati oltre 3,3 milioni di euro, a quello di Spoleto (capofila zona sociale 9) circa 1,2 milioni e a quello di Gubbio (capofila zona sociale 7) quasi 1,4 milioni di euro. Nei giorni scorsi, erano stati approvati accordi simili anche con i comuni di Foligno (capofila zona sociale 8, assegnati quasi 2,5 milioni di euro), Assisi (capofila zona sociale 3, circa 1,6 milioni di euro), Marsciano (capofila zona sociale 4, oltre 1,4 milioni di euro), Panicale (capofila zona sociale 5, circa 1,4 milioni di euro), Orvieto (capofila zona sociale 12, oltre 1 milioni di euro), Città di Castello (capofila zona sociale 1, oltre 1,9 milioni di euro) e Narni (capofila zona sociale 11, circa 1,3 milioni di euro). Nelle prossime settimane, verranno siglate intese anche con i comuni di Perugia e Norcia, sempre in qualità di capofila delle rispettive zone sociali».

La logica L’importo complessivo delle risorse europee che la Regione Umbria ha deciso di destinare al sociale, dice ancora l’assessore, «è di oltre 55 milioni di euro, di cui circa 22,5 proprio per azioni su scala territoriale tramite protocolli con i Comuni capofila delle dodici zone sociali, che realizzeranno gli interventi a favore di tutti gli Enti costituenti le stesse zone sociali, secondo una programmazione specifica, individuata in base alle necessità concrete delle diverse comunità locali. Queste forme di collaborazione – spiega – s’inseriscono in una logica di governance partecipata e di sussidiarietà. Le azioni previste riguardano ambiti specifici, come l’assistenza domiciliare ai minori, la tutela dei minori, l’inclusione di minori con disabilità, sostegno a adulti e giovani disabili. Sono in programma anche interventi innovativi legati alla sperimentazione di progetti di vita indipendente per persone con disabilità, alla domiciliarità per anziani non autosufficienti e alla mediazione familiare. L’obiettivo del progetto è essere vicini a tutti i territori e assicurando un’attenzione maggiore a chi è più in difficoltà».

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