Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Facendo seguito alle recenti dichiarazioni del Direttore Amministrativo della Asl Umbria 2 chiedo gentilmente di pubblicare.
Lettera aperta al Direttore Amministrativo della Asl Umbria 2 Dottor Enrico Martelli
dell’architetto Carlo Giani
Egregio Direttore, leggo dalla sua recente intervista che il “sogno” della Città della Salute della città di Terni stia purtroppo svanendo.
Ho fatto parte del gruppo di progettazione di uno dei “plichi” che sono da più di due anni sui vostri tavoli. Sono pienamente convinto che stiamo vivendo un periodo dove il valore delle idee sia ormai prossimo allo zero, ma considerare quello che abbiamo consegnato solo un “plico” non mi era mai accaduto.
Credevamo di aver partecipato alla manifestazione d’interesse, di essere stati selezionati e di aver ricevuto la documentazione direttamente dai vostri uffici. Di aver conseguentemente presentato ufficialmente l’intera compagine composta da progettisti architettonici, strutturalisti, impiantisti, e successivamente di aver redatto un progetto che ha impegnato una decina di persone per oltre sei mesi.
Tutto ciò è diventato un “plico”, presumo impolverato, che non aspettava altro che di essere aperto.
Ora, dopo oltre due anni dalla consegna, leggo che per problemi di personale e di interpretazione del codice degli appalti si attendono chiarimenti dalla Regione.
Direttore, tutto ciò è offensivo per la sua intelligenza ed in secondo luogo per noi, dopo la consegna ci avete formalmente comunicato articolo e comma di riferimento del codice, avete incaricato ben due costosi studi professionali per chiarire l’iter amministrativo e finanziario da seguire, ed è stata istituita la conferenza di servizi per valutare l’intero spettro di problemi urbani.
Conseguentemente abbiamo atteso il rinnovo delle dirigenze e l’aggiornamento del progetto quadro, oggi capiamo che il braccio di ferro perugino è ancora in stallo.
La Asl continua a pagare oltre un milione e mezzo l’anno di affitto per le sedi quando i tre plichi contengono le modalità per non pagarli più.
Converrà con me che è troppo facile metterla così. Non mi risulta che il codice degli appalti preveda la possibilità di dire “scusate abbiamo scherzato” dopo tutto un investimento iniziale di circa trenta milioni di euro, considerando che la leva finanziaria dell’edilizia come minimo moltiplica per due, costituirebbe una buona occasione di ripresa del sofferente comparto edile cittadino oltre a risolvere definitivamente l’assetto delle strutture sanitarie.
Direttore mi auguro che Lei riesca rapidamente a comporre il “nodo” che grava sulla città e pubblicando il bando di gara avviare la procedura. Poi vinca il migliore.