Ganapini sì, Ganapini no. Il futuro del direttore generale di Arpa Umbria resta in sospeso e nell’opinione pubblica si diffonde la convinzione che l’illustre esperto d’ambiente – dopo una vita nel settore in varie parti d’Italia – dovrebbe l’asciare l’incarico visto il compimento dei 66 anni e 7 mesi (la data fatidica è stata il 21 dicembre).
IL CURRICULUM DI WALTER GANAPINI

Sgalla: «Lo stimo ma dovrebbe lasciare» Ha preso posizione anche la Cgil regionale, per bocca del segretario Vincenzo Sgalla: «Non conosco la polemica nel dettaglio – ha detto a umbriaOn, che lo ha contattato a margine della conferenza stampa di inizio anno della segreteria perugina – ma in linea di principio credo che quando uno abbia compiuto quanto ha stabilito la legge in termini di tempo e di incarico, credo sia buon uso immaginare di avere una evoluzione, a tutti i livelli e per tutti gli incarichi. Non per niente – aggiunge Sgalla – la Cgil ogni otto anni cambia il suo segretario generale».
QUANTO GUADAGNA IL DIRETTORE GENERALEDI ARPA UMBRIA
Il parere legale Insomma, per Sgalla dovrebbe lasciare l’incarico. «Sia chiaro – puntualizza il sindacalista – Ganapini non mi ha fatto nulla, anzi lo considero un esperto di tutto rispetto, ma credo sia giusto che prenda atto della situazione». Di tutt’altro avviso, come noto, il diretto interessato, come espresso dalla perentoria nota inviata a umbriaOn da Arpa Umbria proprio all’indomani dell’ora ‘X’ (i famosi 66 anni e 7 mesi). L’illustre ambientalista – che fu fondatore di Legambiente e presidente di Greenpeace, prima di una lunga carriera accademica prima e istituzionale poi (è stato anche assessore regionale in Campania) – ritiene di poter restare al suo posto e per questo Arpa ha chiesto un parere giuridico per capire come inquadrare la sua posizione fino alla scadenza naturale del mandato quinquennale.
Le polemiche La ‘gestione’ Ganapini di Arpa Umbria è stata caratterizzata da più di una polemica: tipo quella – era maggio 2016 – sugli inceneritori, o quella – era ottobre 2017 – sulla discarica di Papigno, che aveva provocato anche delle prese di posizione politiche.
La Regione Indicativo, al riguardo, appare anche il silenzio della Regione – Ganapini è stato nominato da Catiuscia Marini con un decreto presidenziale del 27 novembre 2014 – che pare volersi tenere allarga dalla faccenda. Magari sperando che – piano piano – ci si dimentichi di questa come di altre storie simili, sulle quali invece stanno emergendo particolari interessanti e meritevoli di approfondimento.