
In settimana, nel prepartita e nei commenti a caldo, il messaggio non è cambiato: «No, la squadra si è allenata bene e non si è trascinata le scorie del derby». Un mantra più volte ripetuto da Luigi De Canio, anche a risultato acquisito: la Ternana vista all’opera contro il Pescara è senza ombra di dubbio la peggiore della sua stagione e non solo per il risultato. Sì, peggio di Ascoli. Una manifestazione d’impotenza quasi totale nei novantasei minuti al cospetto dei biancoazzurri: nella testa dei giocatori più di qualcosa è andato in tilt, proprio quando l’effetto derby avrebbe dovuto creare l’effetto opposto. E così il 2-3 di Perugia si è trasformato in un boomerang: ‘Fere’ senza verve, personalità e un minimo di dinamismo necessario per dare seguito alla prova del Curi. Tutto l’opposto. E ora si proseguirà senza Adriano Montalto. C’è rimasto ben poco da sperare, seppur la classifica delle concorrenti lo consenta. C’è una multa per via della Bardesca.
LO 0-3 DEL ‘LIBERATI’, TERNANA FANTASMA TRAVOLTA DAL PESCARA

La premessa Né fenomeni a tal punto da rimontare un 2-0 ad una squadra tecnicamente più forte in un derby, né cosiddetti brocchi da prenderne tre – oltretutto tirando in maniera pericolosa in un paio di circostanze, non di più – da un Pescara che non vinceva in trasferta da quattro mesi e non realizzava tale numero di marcature fuori dalle mura amiche addirittura da agosto (‘Tim Cup’ a Brescia). Punto di partenza chiaro. Una trasformazione talmente lampante ed esposta da sembrare inspiegabile. Il problema è che la Ternana al cospetto del Pescara è apparsa per larghi tratti un undici – pre infortunio di Gasparetto, perché la facilità di gestione biancoceleste c’è stata anche in parità numerica – di categoria inferiore, sia per preparazione fisica che soprattutto tecnica e tattica: i ragazzi di Pillon hanno fatto girare a vuoto i rossoverdi e, con buon cinismo, hanno punito appena possibile. Per carità, ci sta che una formazione sia superiore all’altra e gli abruzzesi lo sono. Ma la questione è un’altra.
LUIGI DE CANIO E LE PAROLE DEL POSTPARTITA

La sensazione di apatia Ecco la vera differenza rispetto alla sfida di Perugia. Una percezione di Ternana con ‘pancia piena’: d’accordo andare in estrema difficoltà contro un avversario più abile, normale, non lo è invece iniziare il secondo tempo – il Pescara non ha affondato, ma nemmeno sofferto – con un atteggiamento così passivo e ‘sottomesso’. Possibile che la festa derby – a proposito, ma era necessario quel tipo di ‘preparazione’ all’ingresso in campo delle squadre? – e il successo alla straregionale abbia provocato un effetto di rilassamento nei rossoverdi? Da escludere, secondo De Canio. Il trainer lucano ha invece applaudito la performance degli ospiti, indicandola come prima causa della disfatta. Però vedere un’infinità di passaggi sbagliati (anche a due metri), incomprensioni lungo fascia e giocatori senza troppa mobilità – eufemismo – già in avvio di ripresa è un pessimo segnale. Ecco, la Ternana non ha mai dato l’impressione di poterla riprendere la partita. L’aspetto più grave considerando il contesto e da che tipo di spinta psicologica proveniva la squadra. Forse è stata utilizzata nella maniera sbagliata.

IL RACCONTO FOTOGRAFICO DI ALBERTO MIRIMAO
La perplessità di Defendi Terzino, interno di centrocampo e ancora terzino post infortunio di Gasparetto. Giornata da dimenticare anche per Defendi: «Non so nemmeno io cosa sia successo, fatto sta – ha spiegato il capitano della Ternana – che non siamo pervenuti in campo: sempre secondi dal punto di vista tecnico, tattico e atletico. Match davvero brutto e loro hanno gestito bene la partita: non possiamo essere questi perché ora contano solo le vittorie. C’è stata un’involuzione notevole rispetto a Perugia, però a botta calda non riesco a capire il perché».
IL COMMENTO DEL CAPITANO MARINO DEFENDI, VIDEO
La serie C e il tifo Non sfruttate una delle rare occasioni – la 5° volta dal ritorno in B nel 2012 – in cui al ‘Liberati’ si è andati sopra i 9 mila spettatori. Addirittura qualche tifoso ha abbandonato la sua postazione a cinque minuti dal termine del match: «Peccato, diecimila persone – ha commentato Defendi – non le vedi tutti i giorni e dispiace soprattutto per loro: ce l’abbiamo messa tutta ma abbiamo fatto molta molta fatica». Il centrocampista lombardo, nonostante tutto, non vuol parlare di retrocessione: «Serie C? Non voglio nominarla finché l’aritmetica non ci condanna. Certo è che serve tornare quelli dell’ultimo mese e non la Ternana vista contro il Pescara. Convinto che a Parma sarà già un’altra gara, dobbiamo salvarci e giocare da squadra». Il ‘Tardini’, appunto.
TIFO ROSSOVERDE IN LUTTO, MUORE A 53 ANNI PARCELLO PARDI

Senza Montalto Fare punti contro le seconde in classifica, senza Montalto (anche Gasparetto, ma quantomeno l’ex Spal è sostituibile non essendo un perno della squadra), con Paolucci in dubbio e il morale a pezzi. Un Parma proveniente dal clamoroso ko di Vercelli e il Palermo del neo tecnico Roberto Stellone: il ‘miracolo’ è già accaduto a Perugia e altri jolly – poi tutto può succedere – è davvero difficile ipotizzare che ci possano essere. Intanto la ‘Primavera’ di Ferruccio Mariani ha concluso il campionato vincendo di misura a Pescara: è di Mazzarani l’ultima marcatura stagionale. Sono 32 i punti definitivi.
La ripresa Squadra in campo domenica mattina – Gasparetto era presente a bordo campo a seguire la seduta – per il consueto lavoro di scarico, mentre per i non titolari (o comunque chi ha giocato per pochi minuti) partitella a campo ridotto. De Canio ha trascorso gran parte del tempo a colloquiare con Maurizio Caccavale e il collaboratore tecnico Filippo Orlando: c’è da trovare una rapida soluzione al momentaccio post Pescara per tentare, quantomeno, di portar via punti da Parma.
La multa per il ritardo E sempre domenica mattina il giudice sportivo della Lnpb, Emilio Battaglia, ha sancito l’ammenda di mille euro alla società per «per avere ingiustificatamente causato il ritardato inizio della gara di circa due minuti». Giusto per completare l’amaro weekend.