
In attesa del ritorno di Matteo Salvini a Terni, l’ennesimo – appuntamento per domenica pomeriggio in occasione del congresso regionale del partito con il passaggio di testimone da Candiani a Caparvi -, la Lega vola sulle ali dell’entusiasmo. Forte dell’exploit alle politiche che la sta portando ai vertici dell’esecutivo nazionale e che lascia intravedere scenari quantomeno interessanti anche sui territori, fra elezioni amministrative imminenti e regionali già nel mirino.
Il giorno dei candidati L’ennesima dimostrazione è avvenuta giovedì mattina a Terni dove in un clima di festa – ma chi mastica di politica ribadisce che la strada è ancora lunga e tortuosa – è stata presentata la lista dei candidati leghisti al consiglio comunale, con tanto di inaugurazione della sede elettorale di via Petroni.

L’aneddoto più curioso lo ha raccontato il candidato sindaco, in quota Lega appunto, Leonardo Latini: «Venendo qua mi sono imbattuto in due donne che guardavano i manifesti elettorali. Scherzando ho detto loro ‘votate bene eh!’. Mi hanno risposto, ‘ma noi stiamo dall’altra parte’. Non ho lasciato cadere la cosa: ‘mi raccomando, che l’altra parte non sia quella che ha ridotto Terni in queste condizioni’. E loro: ‘lei ha perfettamente ragione, ma non possiamo’. Ecco, quel ‘non possiamo’, un’espressione forte, ci dice che nulla è scontato e che quel blocco di potere che forse più dello smog l’ha ricoperta in questi anni, è ancora molto forte, tentacolare, ed è permeato all’interno delle persone».
«Normalità e libertà» «Siamo qui – ha aggiunto Latini – per restituire una speranza a chi ha paura, per liberare le persone e cambiare davvero. Non con le urla, ma in maniera fattiva e pragmatica. Ci credo perché, anche oggi, vedo i volti dei nostri candidati, persone determinate e capaci. Ed è bello sentire anche il supporto di tutte le forze politiche che mi sostengono. In futuro dovremo poter contare anche sui nostri rappresentanti in parlamento ed al governo e sono convinto che ciò ci agevolerà nell’opera di liberazione di Terni. Questa città merita normalità e libertà, concetti che possono sembrare scontati ma che negli anni sono stati via via accantonati».
I parlamentari Prima di lui hanno parlato i parlamentari Virginio Caparvi («l’idea-Latini era in lavorazione da tempo, lui ci ha pensato su – e la cosa mi è piaciuta – per decidere e costruire la sua idea di Terni. Come l’Italia deve tornare a fare l’Italia, Terni deve tornare ad essere Terni, non la cenerentola») e Riccardo Augusto Marchetti («sono tifernate e con Terni ci accomuna la capacità di produrre ricchezza e il non essere al centro delle priorità della nostra Regione. Con noi tutto sarà più equo, basta crederci, parlare con determinazione e chiarezza alla gente. Come ho fatto io che sono riuscito a sconfiggere alle elezioni politiche uno dei simboli del potere umbro come Gianpiero Bocci»).
Il ‘cerchio magico’ Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo in consiglio regionale Emanuele Fiorini: «Sono stato il primo a denunciare il ‘cerchio magico’ che per anni ha gestito Terni, formato dagli ‘amici degli amici’. Questa città non merita ciò che è accaduto negli ultimi anni, ma deve poter tornare a sorridere. Noi cercheremo di superare i problemi che la affliggono con buonsenso e tanta determinazione».