di F.T.
Il ‘territorio’ e ciรฒ che la ‘gente’ vuole, sono un po’ i mantra della Lega, su questo ci sono pochi dubbi. Secondo taluni, a giudicare dalle ipotesi di candidature nate sull’asse fra Virginio Caparvi (segretario regionale), Donatella Tesei (candidata in pectore alla presidenza della Regione Umbria), Luca Briziarelli (parlamentare), con l’avallo della commissaria della Lega Terni, Barbara Saltamartini, tale assioma sembra valere fino ad un certo punto per Terni. Perchรฉ il partito di Salvini sarebbe pronto a rinunciare alla candidatura dell’assessore comunale Enrico Melasecche alle prossime elezioni regionali, personaggio che, comunque la si pensi, nelle ultime due tornate per palazzo Cesaroni ha in un caso superato e in un altro quasi raggiunto la fatidica e interessante quota di 6 mila voti.
Lega-Terni, ‘affetto’ ricambiato?
L’occasione รจ propizia, allora, per ipotizzare ciรฒ che in questi giorni sta avvenendo in seno alla Lega proiettata verso le regionali del 27 ottobre. Almeno in relazione alla cittร di Terni che sรฌ, per fare un esempio, anche e soprattutto grazie al partito di Salvini ha potuto contare su dialoghi decisivi per salvare l’istituto Briccialdi, ma il cui peso specifico – in Umbria – non sembra essere stato sin qui valutato in maniera compiuta, realistica. Ovvero come quello della piรน grande cittร del centro Italia a guida Lega, vero e proprio avamposto.
Quattro in campo, per ora
Le ipotesi di candidature che stanno emergendo in questi giorni, per il consiglio regionale ed in ‘quota Terni’, sono quattro. Quelle dell’avvocato esperto di ambiente – e consulente dello stesso ministero – Daniele Carissimi (una candidatura la sua con solide ‘radici romane’ ed anche una ‘potenza di fuoco’ interessante, almeno per ciรฒ che attiene l’eventuale campagna elettorale), quella di Leonardo Fausti (leghista d’assalto ai limiti del ‘body guard’, notato anche di recente accanto a Salvini durante la sua visita fra Amelia e San Gemini), di una leghista della prima ora o quasi come l’assessore comunale Valeria Alessandrini – con ottimi rapporti tanto con il sindaco di Terni Latini che con la commissaria Saltamartini – e della consigliera comunale Doriana Musacchi. Out, almeno in linea teorica e almeno in questa fase, Melasecche.
Chi rappresenterร Terni?
Di questi non sappiamo chi abbia concrete chance di entrare in consiglio, o magari nell’eventuale giunta – e qui l’abbinamento Carissimi-ambiente รจ piรน di una idea -, ma il punto di partenza รจ che con un centrodestra che al banco di prova del 27 ottobre si presenterร con quattro/cinque liste (Lega, FdI, FI, Toti, civica), il partito di Salvini potrebbe portare in consiglio qualche unitร (2 o 3) in meno rispetto a quanto preventivato in un primo momento. E Terni? Il timore in cittร – anche stavolta – รจ di una rappresentanza inferiore rispetto ai consensi che, dalla Conca, hanno consentito al partito di crescere in tutta l’Umbria. Di fatto รจ la solita, quasi vecchia, storia di una Lega forte a Terni ma di una Terni non cosรฌ forte nella Lega. Rispetto al territorio provinciale, invece, la candidatura del sindaco di Attigliano Daniele Nicchi ha una sua ‘ratio’, ma dovrร confrontarsi forse con altri calibri non da poco, nel centrodestra locale. Ed il pensiero va, per dire, al sindaco di Amelia Laura Pernazza.
Il braccio di ferro
La questione candidature-Lega, nel suo insieme, non puรฒ tuttavia dirsi conclusa nรฉ definita. Perchรฉ se da un lato il lavoro sin qui condotto dai citati Caparvi, Tesei, Briziarelli, Saltamartini รจ ad uno stato avanzato, dall’altro ci sarebbero ancora dei margini per ‘ragionare’. Sugli stessi nomi ma pure sulle posizioni nella giunta che verrร , se sarร il centrodestra a vincere la tornata umbra. Sullo sfondo, sempre riferita a Terni, una ‘dialettica’ – in altri tempi si sarebbe chiamato braccio di ferro – da tempo viva e frizzante. Quella fra il commissario Saltamartini e il sindaco Latini. In ballo – l’ultima affermazione netta della parlamentare รจ stata sulla partita del rimpasto in giunta – c’รจ forse la stessa ‘Terni verde’ futura, visto dallo scranno di palazzo Spada o da uno, piรน comodo, in parlamento.