Rivendica di essere l’unico candidato di Forza Italia ‘spendibile’ su Terni, il solo ‘nome forte’ con chance di salire in Regione. E il fatto che fra i nomi in ballo ci sia anche quello di Stefano Fatale, altro big locale, lo ha mandato su tutte le furie. Perché – secondo Francesco Ferranti, vice coordinatore regionale ‘azzurro’ – l’accordo sul punto c’era ed è stato, ad oggi, disatteso.
L’attacco
Il presidente del consiglio comunale, rappresentante probabilmente dell’unico partito la cui lista per le prossime elezioni regionali è ancora ‘aperta’, proprio in attesa di sciogliere il suo nodo, punta il dito contro il parlamentare Raffaele Nevi. ‘Reo’, a suo giudizio, di non aver svolto il ruolo di garante di quell’intesa e di, alla luce delle odierne esternazioni di Nevi a Il Messaggero sulla questione, non anteporre gli interessi del partito a quelli della ‘corrente’ che rappresenterebbe. E Ferranti è un fiume in piena.
Correnti e ‘correntine’
«Non comprendo – afferma – a che titolo parli Nevi e il fatto che intervenga in questa difesa d’ufficio, dimostra che è lui a rappresentare una corrente e a tutelare i suoi esponenti e non il territorio ternano. Parlo di esponenti che traslano tra incarichi politici e tecnici in comuni governati dal centrodestra. L’accordo – insiste Ferranti – era proprio garantito da Nevi che si impegnava in fase congressuale ad assicurare per Terni la candidatura più rappresentativa, senza creare dispersioni. Evidentemente Nevi è a capo di una ‘correntina’ per la quale prende impegni che poi non riesce a far rispettare. Ma lui non è il segretario del partito: si occupi di tutelare gli interessi di Terni in parlamento poiché dove ha gestito tutto, come ad Orvieto, alle comunali Forza Italia ha preso il 3%. A me interessa la rappresentanza di Terni e non la tutela di correnti». Ferri corti e patata bollente in mano alla coordinatrice regionale Catia Polidori e al ‘supervisore’ Maurizio Gasparri.