Mercoledì azzurro per l’Umbria che mette in campo, per le elezioni regionali di domenica 27 ottobre, anche l’onorevole Mara Carfagna che, dal San Gallo Palace Hotel, lancia un appello perché «gli umbri cambino pagina, uno status quo che non ha garantito benessere, che non ha tutelato i risparmi dei cittadini, né i posti di lavoro. Si cambi con una coalizione di centro destra che ha già dimostrato di saper mettere in piedi un buon governo, capace di abbassare le tasse, sfoltire la burocrazia, di garantire un sistema di welfare anche per le fasce più deboli della popolazione. Tutti gli indicatori economici ci dicono che l’Umbria sta scivolando verso indici di recessione e povertà simili alle aree più depresse del Mezzogiorno».
Aree terremotate
«Un’altra grande crisi che ha messo in ginocchio questa regione è il terremoto. Tanti governi sono venuti qui a fare soltanto le loro passerelle che non hanno portato nulla di concreto. Noi abbiamo dimostrato che in condizioni di emergenza si possono e si devono fare fatti concreti, come a L’Aquila». E sul provvedimento del Consiglio dei Ministri di ieri che ha approvato il provvedimento sulla ricostruzione ha detto: «ben venga tutto ciò che può accelerare il percorso di ricostruzione, ma è sospetta la tempistica».
«Umbria è test nazionale»
«La vittoria di centro destra alle elezioni in Umbria è sicuramente un segnale per le forze che sostengono il governo Pd e M5S. Un test di cui qualcuno dovrà tener conto», ha poi chiarito la Carfagna, di fatto contraddicendo i tanti che – più o meno sinceramente – continuano a ripetere come quello umbro sia test solo locale.
«Silvio ha consegnato la coalizione a Salvini»
«Dalla manifestazione di Piazza San Giovanni è emersa una gran voglia di partecipare da parte del popolo di centrodestra. Io ho ritenuto di non scendere in piazza, perché ho preferito non vedere Silvio Berlusconi, colui che ha fondato il centrodestra, uno statista che ha presieduto tre G8, consegnare la coalizione a Salvini. Inseguire i sovranismi ha portato Forza Italia al crollo elettorale, perché così ha abdicato ai propri valori di sussidiarietà, atlantismo, europeismo, liberalismo. Sapere che il centrodestra è al 40% non basta. Noi dobbiamo dare rappresentanza ai nostri valori, non inseguire una facile poltrona. Salvini è di fatto il leader del centrodestra e la piazza di San Giovanni ha confermato questa leadership. Ma non mi rassegno a una Forza Italia terzo partito della coalizione».