Terni, tagli ai bus: «Rimborsi ridicoli»

Un utente penalizzato dalle soppressioni estive di Busitalia: «Tanti disservizi, ma mi hanno restituito solo il 33% dell’abbonamento»

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Un abbonamento mensile utilizzato per una sola settimana a causa dell’improvvisa soppressione della corsa, poi la richiesta di rimborso e la risposta: «Le ridiamo solo il 33,87%». Un indennizzo «decisamente ridicolo» per l’utente ternano protagonista della vicenda, uno dei tanti clienti di Busitalia che, all’inizio della scorsa estate, sono rimasti a piedi a causa dei tagli al trasporto pubblico.

BUSITALIA, PARTONO RIMBORSI

Comunicazione tardiva

A ricostruire dall’inizio l’accaduto – giudicando «singolare» il comportamento di Busitalia – è il diretto interessato. «Il mio abbonamento – spiega l’utente – era valido per il mese di luglio per un costo di 56 euro. Ne ho usufruito per una sola settimana (dal 1° al 5 luglio) in quanto dall’8 luglio abbiamo constatato la soppressione della corsa (nel merito Terni-Nera Montoro). Ma nel sito di Busitalia solo il 5 luglio era apparsa la notizia dei tagli di alcune corse, che invece erano stati decisi il 26 giugno. La domanda nasce spontanea: per quale motivo al momento di effettuare l’abbonamento per il mese di luglio non c’era nessun avviso affisso nella biglietteria di Terni? Leggerezza? Dimenticanza?».

Verso la protesta formale

L’uomo l’8 luglio si è quindi recato in biglietteria per avere informazioni riguardo i tagli, sentendosi rispondere – sempre secondo il suo racconto – «che non ne erano a conoscenza e di fare reclamo all’ufficio relazioni con il pubblico». Prontamente è partita poi la richiesta di risarcimento, che – è bene ricordarlo – viene riconosciuto solo a chi ne fa esplicita e formale istanza. «Dopo una prima risposta in cui si asseriva di porre attenzione a tutte le richieste pervenute da parte di molti utenti umbri – continua l’uomo -, il 22 novembre mi è stato proposto da parte di Busitalia un risarcimento pari a 18,97 euro a fronte di una spesa di 56. Una proposta ridicola, considerando che nelle tre settimane successive al servizio sono stato costretto ad usare la mia auto aggravando le spese sostenute per il disservizio di cui sopra». La vicenda di certo non finirà qui. «È mia intenzione, dopo aver sentito gli altri colleghi vittime di tale disservizio – conclude l’utente -, inoltrare una protesta formale alla direzione di Busitalia».

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