Residenze protette e lista d’attesa: «Una presa in giro»

Terni, la denuncia di una cittadina per la situazione della madre: «Domanda per l’integrazione economica nel 2017, ma niente da fare»

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L’ingresso in una residenza protetta per anziani non autosufficienti in avvio di 2017, l’immediata domanda per richiedere l’integrazione economica alla Usl Umbria 2 e l’attesa che prosegue da oltre tre anni. Con tutte le problematiche del caso: a denunciare il caso riguardante una ultraottantenne di Terni è la figlia, alle prese da tempo con il guaio lista.

Come funziona

La donna si trova in una delle otto residenze protette per anziani – convenzionate con la Usl Umbria 2 e accreditate dalla Regione Umbria – non autosufficienti: la retta mensile è a carico dell’assistito e quando viene richiesta l’integrazione economica è l’Unità di valutazione multidisciplinare del distretto socio-sanitario di Terni a dover agire: «Si valuta – viene specificato – la gravità delle patologie, lo stato di solitudine del paziente, l’indigenza economica». Per i casi urgenti viene corrisposto «immediatamente il 50% di integrazione della retta», mentre per gli altri «il paziente viene inserito in una lista di attesa». Ed è qui che nasce la questione.

Perenne attesa: «Una presa in giro»

A spiegare cosa è accaduto è la figlia: «Mia madre è entrata nella residenza protetta ad inizio 2017 per 2.500 euro al mese, poi abbiamo fatto domanda per il contributo. Lei è in lista d’attesa dal gennaio 2017. Tempo fa – racconta – mi hanno contattato dalla Usl Umbria 2 dicendomi che era diventata la prima della graduatoria: si è andati avanti così con il ‘miraggio’ che sarebbe arrivata l’integrazione economica». Niente da fare: «Di fatto accedono al contributo soltanto i casi urgenti e per quel che mi riguarda sono ormai quasi quattro anni che sono in attesa, sembra una presa in giro in questo modo». La priorità viene data a chi resta solo: ogni distretto sanitario ha la sua quota per le erogazioni e non cambia nel corso del tempo. Ciò vuol dire che si può essere superati in lista anche se presenti da anni.

La condizione

Di chiamate al responsabile del distretto per chiedere spiegazioni non ne sono mancate. La situazione non muta: «Ho conosciuto altre persone in lista, ci sono stati dei decessi con il trascorrere del tempo senza che abbiano avuto la possibilità di accedere al contributo. Mia madre non è stata considerata un caso urgente: sottolineo che ha patologie ed è invalida al 100%. Inoltre da allora sono l’unica figlia che può assisterla in quanto non ha altri parenti in città, ad eccezione del fratello che tuttavia è ultraottantenne. Da oltre tre anni pago una retta mensile alta con grandi sacrifici». In merito alla situazione venutasi a creare è stata inviata una lettera – a scriverla l’avvocato della donna – rivolta al responsabile del distretto di Terni, il dottor Stefano Federici.

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