di P.C.
Una volta ufficializzata la rescissione di Han Kwang Song con la squadra qatariota dell’Al Duhail si conclude – temiamo definitivamente – la parabola discendente di un calciatore dal talento e dalle doti fisiche straordinarie che perรฒ vede ora la sua carriera finire in campionati anonimi o addirittura fuori dal calcio. E non per ragioni tecniche. Il tutto, con la stessa velocitร con cui era cominciata, nel giro di tre anni o poco piรน.
Il calcio e la politica
Han lo abbiamo visto esplodere a Perugia, nell’anno di Federico Giunti. Arrivato in prestito dal Cagliari, per lui si trattava giร di un ritorno, considerando che proprio in Umbria si era formato calcisticamente grazie alla Ism Academy di Alessandro Dominici. Il nordcoreano cominciรฒ subito a far parlare di sรฉ ancor prima di scendere in campo visto che due deputati presentarono una interrogazione parlamentare sulle dinamiche economiche connesse agli sportivi del paese guidato dal dittatore Kim Jong-un. Insieme a lui, al centro di quello che definimmo ‘intrigo internazionale’ c’era il connazionale Choe, arrivato con lui a Perugia in quella sessione di mercato.
L’esplosione e la crisi
Due mesi eccezionali, con gol, assist, scatti e la sensazione di poter diventare un campione di livello internazionale. C’era giร chi lo vedeva in Champions League. Poi, un po’ per la crisi del Grifo (che portรฒ all’esonero di Giunti e all’arrivo di Breda), un po’ le enormi pressioni politiche e la spasmodica attenzione mediatica a cui lui, non sappiamo quanto volontariamente, cercava di sottrarsi (fece scalpore la mancata partecipazione alla Domenica Sportiva, col giovane in lacrime in albergo e Santopadre impacciato in studio che provava a giustificarlo in diretta tv), cominciรฒ a richiudersi in se stesso, vedendo sempre meno il campo, fino alla decisione di tornare al Cagliari.
La Juve e il Qatar
Giร nel periodo perugino si parlava per lui di grandi squadra. La Juve lo acquistรฒ nei mesi successivi, aggregandolo di tanto in tanto alla prima squadra, molto piรน spesso all’under 23. Ma ormai il fuoco di Han si era spento, le sue prestazioni non tornarono mai quelle di Perugia e le societร non potevano puntare mai con decisione su di lui, con la spada di Damocle delle sanzioni. Quindi la decisione di cederlo allโAl-Duhail, in Qatar, ma anche lรฌ, dopo un buon inizio, il suo impiego si รจ inceppato.
Cosa c’รจ dietro?
La risoluzione 2397 dellโOnu – nell’ambito delle sanzioni per la Corea del Nord – fra le altre cose vieta il lavoro dei cittadini nordcoreani allโestero, secondo l’assunto che spedendo denaro in patria potrebbero implicitamente finanziarie una dittatura. Per questo motivo, ogni volta, far avere il permesso di lavoro ai calciatori nordcoreani รจ una impresa. Si pensava che con il trasferimento in Qatar, dove il calcio non รจ certo al centro dell’interesse politico-mediatico come in occidente, potesse consentirgli di vivere la sua passione e la sua professione. Non รจ stato cosรฌ purtroppo.
Rientro a casa
Il giovane Han, dopo un lungo peregrinare, tornerร a casa. E pure il ritorno sarร complesso. Deve passare per la Cina prima di entrare in Corea. Passando ogni volta per le procedure di isolamento previste per il Covid. Giocherร in una squadra del campionato socialista coreano, dove non c’รจ calciomercato e tutto รจ gestito dallo stato. Dicendo addio – forse per sempre – al suo sogno di sfondare nel calcio occidentale.
L’incoerenza dell’occidente
ยซDa un punto di vista prettamente umano la vicenda di Han intristisce perchรฉ parliamo di un calciatore di sicuro valore che รจ stato bloccato nel suo sviluppo professionale dalla pressione politicaยป, dice Marco Bagozzi, di certo il massimo esperto di calcio nordcoreano in Italia, che non l’ha presa bene. ยซL’occidente da un lato chiede alla Corea di aprirsi al mondo esterno ma dall’altro, non appena fa un passo (come potrebbe essere quello dei calciatori), viene punita e costretta a richiudersi a riccio per evitare di incorrere in ulteriori sanzioni.
Le sanzioni
ยซQueste sanzioni superano il ridicolo: ho conosciuto persone che potevano inviare stock di magliette in Corea e rischiavano una multa. La Fifa ha finanziato il riammodernamento di stadi nordcoreani ma i soldi non sono potuti uscire dalla Svizzera. Mi viene in mente la nazionale di hockey su ghiaccio che รจ andata in Nuova Zelanda per un torneo e lรฌ gli hanno regalato dei bastoni per giocare; poi, al ritorno, arrivati all’aeroporto, questi bastoni sono stati sequestrati perchรฉ ritenuti beni di lussoยป.
La posizione dell’Italia
ยซFino al 2017 – ricorda Bagozzi, che al tema ha dedicato anche un libro e cura una pagina facebook che aggiorna sul calcio Chollima – c’era un ambasciatore nordcoreano in Italia e i rapporti politici e culturali fra i due paesi erano molto forti. Nel 2017, con la scelta di Alfano di ritirare l’accreditamento dell’ambasciatore, i rapporti vanno a cadere e anche la situazione di Han, Choe e altri ragazzi che erano a Perugia con Ism sono andate a morire. Lo stesso Dominici mi ha raccontato che ci sarebbero potuti essere oggi almeno otto nordcoreani a giocare in serie A o in serie B ma i loro contratti non sono andati a buon fine per il blocco diplomatico fra i due paesiยป.
Tristezza in Umbria
Alessandro Dominici รจ uno di quelli che piรน soffre per la situazione di Han e degli altri calciatori nordcoreani, che ha formato e visto crescere nella sua accademia. Un altro che sicuramente ci ha perso, in termini umani e professionali, รจ Sandro Stemperini, che di Han era l’agente e a cui il calciatore spesso ha dedicato le sue reti. A chi lo ha sentito, in questi giorni, Stemperini ha confidato di essere amareggiato e di non voler aggiungere altro su una vicenda che evidentemente lo ha molto segnato.