Era il 30 novembre del 1907 quando a Perugia Francesco Buitoni, Leone Ascoli, Francesco Andreani e Annibale Spagnoli crearono La Società Perugina per la produzione di confetti. La storia della Perugina è nota e ce ne siamo occupati ampiamente su queste pagine.
Concessione del marchio

In pochi sapevano, però, che anche la Buitoni ha compiuto lo stesso percorso, finendo sotto l’ala della multinazionale svizzera Nestlé. Fino ad oggi abbiamo continuato a vedere i prodotto con il glorioso marchio italiano in virtù di una concessione milionaria che consentiva ad alcune aziende di distribuire con questo nome i prodotti di Dalverde, Polenghi e Giglio, che fanno capo al gruppo Newlat Food Spa.
In stand-by per 18 mesi
Ora, però, la concessione è scaduta e, dopo 13 anni, non è stata rinnovata. La fabbrica, acquistata nel 2008 dalla Newlat, continuerà a produrre, ma con altri marchi. Il nome Buitoni resta alla Nestlé, che si impegna a non venderlo ad altri per 18 mesi. Ufficialmente la scelta è legata alla volontà di puntare sui propri marchi, ma di certo avranno pesato le royalties (1,7 milioni di euro all’anno) che – come riporta ‘Il Sole 24 Ore’ – la Newlat doveva versare a Nestlé.
La puntualizzazione di Nestlé

Nella mattinata di martedì arriva una nota dalla Svizzera, che smentisce la fine del marchio, riportata da alcune testate (ma non dalla nostra), e puntualizza: «Buitoni opera e continuerà a operare in Italia e all’estero con i suoi prodotti storici e iconici del made in Italy». Il riferimento è a una parte residuale della produzione – le pizze – che continua nello stabilimento Nestlé di Benevento e su paste fresche, paste ripiene, salse fresche, basi gluten free, basi liquide prodotte in altri stabilimenti.
Le fette biscottate non saranno Buitoni
Fra i prodotti realizzati dalla Newlat a Casa Buitoni, resterà col marchio solo la pasta secca per il mercato tedesco. Le fette biscottate rimarranno sul mercato italiano col marchio ‘Granfetta’, senza la scritta Buitoni. Lo stabilimento di Sansepolcro ha una capacità produttiva annua di 96mila tonnellate di pasta e 22.400 tonnellate di prodotti da forno,
L’intervista
«Rinunciamo al nome Buitoni ma rilanciamo. Perugina? Perché no»