La Figisc, associazione dei distributori di carburanti, lancia l’allarme per il caro energia: il 30% dei distributori umbri – secondo il responsabile regionale Giulio Guglielmi – rischia di chiudere entro fine anno.
L’allarme

«Le spese che dobbiamo sostenere sono aumentate in maniera esponenziale anche per colpa della crisi energetica – evidenzia al Corriere dell’Umbria Guglielmi – e stiamo valutando di chiudere le pompe di benzina di notte visto che il servizio si traduce in un enorme spreco a fronte di guadagni minimi: sono sempre meno le persone che si spostano, soprattutto di notte e per stare aperte le aree di servizio hanno bisogno di tenere illuminata tutta la zona, anche per motivi di sicurezza».
Tante spese
Ovviamente il caro-luce si aggiunge alle altre spese, a fronte di guadagni marginali risicati: «Dobbiamo pagare Tari, Tasi, acqua potabile, commercialista e molto altro ancora – evidenzia Guglielmi – ma i conti non tornano più perché rispetto al pre Covid abbiamo registrato un calo medio delle vendite di carburanti che si aggira tra il 20 e il 30%». E del resto è un cane che si morde la coda: più aumentano i prezzi (anche del carburante) e meno rifornimenti ci saranno.