«Ternani, gente di pasta buona». Lo diceva il compianto monsignor Ernesto Vecchi – già amministratore apostolico della diocesi di Terni, Narni e Amelia – e lo ribadisce oggi l’attuale vescovo Francesco Antonio Soddu. Forse è vero, anche se di cose su cui ‘lavorare’ per rendere Terni e i ternani migliori, ce n’è da scegliere. Martedì mattina monsignor Soddu ha incontrato la stampa locale in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales – patrono dei giornalisti – e fra una riflessione e una battuta, è stata l’occasione per ragionare su alcuni temi cittadini, da un punto di vista privilegiato.
Come sta Terni?
«Mi sembra una città che un tempo, quando il Pil navigava a gonfie vele, ragionava come ‘io’ e quindi ben lontana da Dio. Poi quando le cose si sono fatte più difficili, è finita nel guado e non ha avuto più ne l’una né l’altra cosa: deve un po’ ritrovarsi e credere di più in sé stessa. Ad esempio come patrimonio culturale, artistico, sociale, personaggi: fidatevi, avete e abbiamo tanto. Ma bisogna riconoscere il valore delle persone in vita, non quando sono morte. Dovremmo fare qualcosa di più anche sul mantenimento e la cura dei beni ecclesiastici, che il nostro territorio ha tante perle malmesse».
Una piazza vuota
Su San Valentino e relativi eventi (presentazione il 1° febbraio alle 11 presso la Curia) si cerca da anni (decenni, ndR) la chiave per far sapere anche fuori dalla Conca che il protettore degli innamorati era ‘ternano’: «Ci stiamo lavorando e idee ce ne sono, servono armonia e un percorso condiviso, più che singole azioni». Poi piazza Duomo e le vie limitrofe: «Per mia natura io vivrei in corso Tacito – ha detto il vescovo – per quanta gente c’è. A me piace il contatto umano, è lì che possiamo esprimerci. La piazza della cattedrale, invece, è proprio poco vissuta. Servirebbe qualche azione, anche sulla viabilità. Eventi? Forse. Qui – scherza – non c’è mai nessuno, neppure la delinquenza…».
Al voto
Le elezioni amministrative si avvicinano e c’è chi non vede l’ora di tirare anche la giacca del primo responsabile della diocesi: «Finora mi pare di capire che tutti siano al pourparler. Il dibattito politico si animerà con l’avvicinarsi del voto. Bandecchi? Deciderà certamente lui se reestare candidato o no, ma soprattutto alle elezioni sono i cittadini a decidere». Poi si va sul faceto quando qualcuno lo invita a riflettere su una sua candidatura: «Il codice di diritto canonico lo impedisce tassativamente. Sì è vero, ho incontrato tante persone e sono stato un po’ ovunque in questi mesi, pure troppo…».