di Giovanni Cardarello
Con la delibera numero 1401 del 28 dicembre 2023, la Regione Umbria ha avviato quella che, nelle intenzioni dei decisori politici, è una vera e propria rivoluzione che va ad impattare direttamente sul punto di maggiore sofferenza del sistema sanitario regionale: le liste di attesa. Vediamo di cosa si tratta partendo da un concetto che la presidente Donatella Tesei e l’assessore Luca Coletto ritengono decisivo, quello di appropriatezza delle prestazioni di specialistica ambulatoriale.
Un concetto che, nel piano messo nero su bianco a fine dicembre dalla Regione, deve ridurre, fino a renderle inutili, le prescrizioni ‘facili’ e in serie e, al tempo stesso, aumentare il livello di discrezionalitĂ e controllo degli specialisti ambulatoriali. Senza per questo tralasciare il supporto diretto ai medici di medicina generale. Il meccanismo si basa su un decalogo messo a punto dalla Regione, in concertazione con i responsabili delle endoscopie e radiologie delle aziende ospedaliere di Perugia e Terni, delle due Usl, e con il ‘velo’ convinto dei sindacati di categoria.
Decalogo che, anzichĂ© partire dalla massa dei numeri delle liste di attesa, punta dritto su due fasce di etĂ e su alcune prestazioni che, a detta dei tecnici, sono le piĂ¹ esposte e le piĂ¹ in sofferenza. Le due fasce sono gli over 45, per quello che riguarda colonscopia e gastroscopia, e gli over 65 per le risonanze magnetiche. Due fasce di etĂ in cui, secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, i medici di famiglia tendono a prescrivere prestazioni specialistiche in ‘overbooking’. In sostanza le prescrivono troppo rispetto alle esigenze reali, sovente in modo inappropriato con inevitabile detrimento della prestazione e connesso allungamento delle liste di attesa, per chi ne ha bisogno.
Un caso di scuola spiega alla perfezione lo stato dell’arte. La Regione Umbria ha, da tempo, avviato lo screening per gli over 50 sul monitoraggio del sangue occulto e sui possibili tumori al colon. Il percorso è eccellente ma ogni tanto deve ‘scontrarsi’ e rallentarsi con le liste di attesa che allungano i tempi di un processo virtuoso e salvavita. Il nuovo meccanismo interviene sulla procedura di prescrizione, potenziando la cartella clinica del medico di famiglia e il relativo fascicolo sanitario elettronico. Strumenti che di fatto giĂ esistono, che pescano dagli stessi database ma che, fino ad oggi, non dialogavano per intero tra loro.
Messi i dati a fattor comune, il passaggio successivo prevede uno scambio diretto tra medici specialisti di ambulatorio e medici di famiglia. Uno scambio a due vie che prevede in una direzione il fatto che il medico di famiglia possa attivare l’alert della prestazione verso lo specialista, senza dover emettere la prescrizione: sarĂ compito dello specialista. Specialista che, a sua volta, puĂ² bloccare la richiesta del medico di famiglia se la ritiene inappropriata ma mettendo nero su bianco, nella cartella clinica del paziente, i motivi della sua scelta. Di questo scambio, nelle intenzioni, ne dovrebbero beneficiare tanto il paziente che le liste di attesa che verrebbero quindi sfoltite di prestazioni e burocrazia inutile.
Si parte, in termini sperimentazione, sulle fasce di etĂ e sulle prestazioni indicate. Gli esempi pratici, come riporta il quotidiano Il Messaggero, sono l’inutilitĂ per un paziente over 45 della gastroscopia in caso di disturbo cronico di patologie come ernia iatale, controllo dell’ulcera duodenale e pirosi retrosternale o, nel caso degli over 65, tutta una serie di risonanze, vedi spalla, braccio o piccole articolazioni, che l’azione comune di medici di famiglia e Usl/AO devono erogare in modo piĂ¹ efficace intervenendo quando c’è davvero necessitĂ .